Si fermano gli angeli delle emergenze

21 Luglio 2010

Sciopero dei vigili del fuoco: siamo senza straordinari e ora i tagli del governo

PESCARA. Sono chiamati gli "angeli delle emergenze", sempre pronti a intervenire in caso di incendi e calamità naturali: sono i vigili del fuoco che fanno parte di quelle categorie professionali fortemente penalizzate dalla manovra finanziaria.


Dopo lo sciopero dei ricercatori, della polizia e dei medici, ieri mattina è stata la volta dei pompieri che hanno incrociato le braccia per quattro ore, dalle 10 alle 14. Il presidio di sensibilizzazione in programma nei centri commerciali Iper, Auchan e Arca è stato bloccato dalla direzione centrale, contraria a «manifestazioni sindacali, politiche e religiose». Ma la protesta non si è fermata: alle 11 in punto, le sirene degli automezzi del comando provinciale di viale Pindaro hanno suonato per un minuto.

Lo sciopero, in contemporanea in tutte le sedi dell'Italia, è stato organizzato da Cgil Funzione pubblica, Cisl Federazione nazionale sicurezza e Uil Pubblica amministrazione. Secondo gli organizzatori, l'adesione è stata del 100% e l'astensione dal lavoro (con garanzia di copertura delle emergenze) ha riguardato tutte le 48 unità in servizio, compresi coloro che non sono iscritti nelle liste dei tre sindacati.

«La situazione è nera», ammette Vincenzo Saraullo (Uil), «il contratto è scaduto ed è in attesa di rinnovo da trenta mesi. I tagli bloccano le progressioni di carriera e tra qualche mese potremo trovarci senza carburante per i mezzi di soccorso». La finanziaria 2007 aveva previsto un fondo di 30 milioni di euro da reperire attraverso una tassa sui biglietti aerei, ma la disposizione è bloccata a causa di un ricorso al Tar degli enti di gestione aeroportuale. 

«E' dal 31 ottobre», rimarca Marco Amicone (Cisl), «che non percepiamo gli straordinari e gli anticipi per le missioni nelle zone colpite dal terremoto. In 14 mesi abbiamo prestato assistenza in sette campi. Quando si tratta di elogiarci nessuno si tira indietro, ma la stima viene meno se il discorso si sposta sulle risorse economiche da stanziare». «Siamo eroi ma dell'arte di arrangiarci», conclude Sergio Scarpitti (Cgil).

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