Tangenti Pescara, assolto D'Alfonso L’ex sindaco: contro di me solo falsità

L’ex sindaco di Pescara commenta l'assoluzione, sua e dei 23 imputati del processo "Housework", per non aver commesso il fatto. "contro di me solo falsità, ci rivediamo".
PESCARA. «Vi ringrazio tutti immerso nel vostro affetto. Ci ritroviamo presto. Luciano». E giù, sotto il post lasciato da Luciano D’Alfonso sulla sua bacheca di Facebook, una cascata di commenti, di auguri, di esortazioni a «prendersi la Regione», di dediche, di canzoni. D’Alfonso è stato assolto, insieme agli altri 23 imputati del processo per presunte tangenti in Comune, e l’ex sindaco quella sentenza l’ha vissuta in raccoglimento nel convento di Leonessa in provincia di Rieti insieme alla sua famiglia e a Marco Presutti, anche lui assolto. Nell’aula 1, invece, c’era il suo fedelissimo Guido Dezio scoppiato in lacrime come molti. «Che mi sento di dire a Gennaro Varone? In bocca al lupo per la sua carriera». Ex accusato di concussione, corruzione, associazione per delinquere, Dezio si è commosso perché, come ha detto, «sono stato arrestato due volte», perché «questa sentenza ripaga di cinque anni di sofferenza e mi fa credere che le istituzioni esistono e sono salde». Al momento della lettura della sentenza pronunciata alle 12.30 dal presidente Antonella Di Carlo, non c’erano neanche, come al solito, gli imprenditori che più di altri sono stati sotto i riflettori: Carlo e Alfonso Toto, padre e figlio difesi dall’avvocato Augusto La Morgia che li ha avvertiti dell’assoluzione che ha messo fine all’appalto sospetto dell’area di risulta. «La sentenza, che abbiamo atteso con serenità nella certezza di avere sempre operato secondo leggi e regolamenti», hanno detto i due Toto, «ha riconosciuto che “il fatto non sussiste” smontando un teorema di accuse. Quello che ora ci auguriamo, in quanto cittadini abruzzesi, è che, con questa sentenza, si volti finalmente pagina e si abbandoni quel clima di veleni che anima strati della vita politica e sociale di questa regione. «Questa sentenza ha certificato la correttezza e l’onestà della mia amministrazione. Sapevo di essere accusato di falsità», aveva detto commosso D’Alfonso avvertito al telefono dal suo avvocato Giuliano Milia affiancato in questi anni anche da Luisa Gabriele. Una decisione che, alle 12.30, ha richiamato nell’aula 200 persone: i consiglieri Pd Moreno Di Pietrantonio ed Enzo Del Vecchio, i consiglieri Alberto Balducci ed Adelchi Sulpizio, l’ex assessore Adelchi De Collibus, il sindaco di Abbateggio Antonio Di Marco, l’ex comandante della polizia municipale Ernesto Grippo. All’una e mezza l’aula si svuota: Dezio risponde ancora al telefonino mentre il comico ’Nduccio annuncia la festa per D’Alfonso: «La ricreazione è finita».
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