Zulli: 5 chilometri di pista ciclabile stretta e pericolosa
Francavilla, l’ambientalista denuncia i rischi di un tracciato fuori legge che non assicura nessuna garanzia di sicurezza
FRANCAVILLA. La pista ciclabile di Francavilla? Pericolo assoluto, anche se è già pronto un finanziamento di 1 milione 38 mila euro per prolungare il tracciato di tre chilometri, fino a Pescara. È quanto emerge dall’indagine dell’ambientalista Bruno Zulli, riportata nella pubblicazione «Le piste ciclabili-Andare in bicicletta», presentata ieri nell’ambito dell’iniziativa «Saper guardare con occhi diversi al futuro».
«Le piste ciclabili sono decisive per affrontare il nodo del traffico e porre la questione della mobilità alternativa» rileva Zulli. «Una ciclopista è un percorso protetto o comunque riservato alle biciclette. Lo scopo è separare il traffico ciclabile da quello motorizzato e da quello pedonale, che hanno velocità diverse, per migliorare la sicurezza stradale e facilitare lo scorrimento dei veicoli». Tutti requisiti che la pista di Francavilla, nei suoi 5 km di tracciato dal Foro a viale Alcione, non sembra garantire.
«La pista ciclabile attuale, in realtà, non può definirsi tale: è un percorso casuale realizzato senza studio né programmazione e né, tantomeno, nel rispetto delle leggi. Sono disattese soprattutto le norme sulla sicurezza». Fra le criticità riscontrate, diverse anomalie tra le larghezze previste dalla legge e quelle effettive. «La mormativa stabilisce per la corsia unica una larghezza minima di 1,50 metri; per la corsia doppia di 2,50 metri e uno spartitraffico di 70 centimetri dal traffico veicolare» prosegue Zulli. «Il tratto iniziale di viale Alcione è largo 1,10 metri e poi assume larghezze variabili fino a 2,30 nei primi 30 metri; diventa di 2,60 sul ponte Alento e poi si riduce a 1,47 in via Pola; 1,40 sul lungomare Colombo; 1,29 sul lungomare Kennedy; 2,47 sul lungomare Moro».
La pista in legno che corre dietro gli stabilimenti tra via Barbella e la rotonda Michetti è larga 2,48. Sul viale Tosti la pista ritorna su strada e corre fino al Foro con una larghezza di circa 2,50, per poi restringersi a 1,32 nel tratto terminale al Foro.
«Lungo i 5 km di lunghezza della pista, s’incontrano due edicole e pensiline del bus; in viale Alcione, all’incrocio con via della Rinascita, spesso staziona un furgone per la vendita della porchetta. Gli stessi pali dell’illuminazione costituiscono un pericolo». Fra i tratti più a rischio in assoluto ci sono quelli di via Pola, via Colombo e via Kennedy.
«In via Pola c’è un’uscita pericolosissima in curva» continua Zulli. Sul lungomare Colombo, la pista ha occupato il marciapiede lasciando ai pedoni una striscia sottile. Stessa situazione su viale Tosti. Sul lungomare Kennedy, invece, corre a ridosso della corsia di marcia delle auto. A dispetto delle tante criticità, il Comune ultimerà il tracciato fino a Pescara.
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