PALLANUOTO

Il Settebello va in frantumi e dopo lo scandalo olimpico Campagna scarica Pomilio

Amedeo Pomilio

29 Novembre 2024

Il ct non inserisce nello staff il francavillese che per 15 anni è stato il vice. Delle proteste di Parigi alla lettera di scuse del tecnico. Non selezionato il pescarese Francesco Di Fulvio

A metà dicembre per la prima volta la Nazionale di pallanuoto senza un Pomilio. Prima era il compianto Gabriele, storico dirigente federale e del Settebello, poi il figlio Amedeo, una leggenda sia in acqua che in panchina. Un signore di 57 anni che ha messo insieme otto Olimpiadi: tre da giocatore e cinque da allenatore. Un campione in vasca e fuori. Uno dei protagonisti dell’oro olimpico del 1992 a Barcellona, tanto per intenderci. Insomma, una leggenda della pallanuoto.

Dal 2009 vice di Alessandro Campagna, il commissario tecnico che lo ha messo da parte dopo anni di sodalizio per inserire Christian Presciutti nello staff. Contratto in scadenza dicembre 2024 e non rinnovato, al contrario di quanto accaduto ad Alessandro Campagna che andrà avanti per un altro quadriennio olimpico. Pomilio a casa dopo che in Nazionale era entrato con Paolo Malara ct nel 2007, nemmeno uno straccio di comunicato dalla federazione presieduta da Paolo Barelli, capogruppo parlamentare di Forza Italia. Niente.

Sembrava un divorzio consensuale, ma non lo è. Ed è emerso solo perché il nome di Pomilio non figura nello staff dei convocati per Avezzano. Né lui né il capitano Francesco Di Fulvio, pescarese doc in forza alla Pro Recco. E allora che cosa c’è dietro questo divorzio che sembra una cacciata di una leggenda? Amedeo Pomilio non parla. I siti specializzati adombrano sospetti. Nell’ambiente, invece, se ne parla, ma nessuno lo fa ufficialmente.

Per conoscere la verità bisogna tornare indietro alle Olimpiadi di Parigi, all’agosto scorso; allo scandalo di Italia-Ungheria, al burrascoso dopo partita, all’ira del ct Campagna di fronte a una palese ingiustizia, alla protesta degli azzurri nella successiva partita in cui all’inizio hanno voltato le spalle alla tribuna. Tutti indignati. Fino ad arrivare alla presa di posizione della federazione e alla presa di distanza del presidente del Coni, Giovanni Malagò, pressato dagli errori arbitrali (anche) nella scherma e nella boxe e dalla necessità di non alimentare troppe polemiche con il direttivo Cio in cui ambisce ad entrare. Un pasticcio quell’Italia-Ungheria a cui sono seguite le decisioni della World Acquatic, la federazione internazionale che ha squalificato gli azzurri per sei mesi oltre alla multa di 100.00 euro alla federazione. E ha chiesto le scuse dei protagonisti per non procedere a ulteriori sanzioni. Figurarsi se il Settebello aveva intenzione di fare un passo indietro. Al contrario, più che mai deciso a fra valere le proprie ragioni. Tutti tranne uno, Alessandro Campagna. Che ha inviato una lettera di scuse alla federazione all’insaputa di tutti o quasi.

Il commissario tecnico è passato dall’essere a capo dei rivoltosi, certi di aver subito un’ingiustizia e assolutamente disposti a chinare il capo, alle scuse. Un’inversione che ha provocato mal di pancia all’interno del Settebello. Campagna sostiene di aver tutelato gli azzurri, in realtà sembra essersi piegato alle logiche di potere, dal momento che successivamente ha ottenuto il rinnovo quadriennale del contratto dalla Fin di Paolo Barelli e un posto nella commissione tecnica Europea. E gli altri? In nome e per conto del rinnovamento il gruppo è stato rinnovato. E con il tempo procederà a ripescare qualche giocatore esperto indispensabile. Gli altri a casa “colpevoli” subito di aver subito un torto e di non aver chinato il capo alle logiche di potere. Una ricostruzione dei fatti non confermata, almeno ufficialmente, ma basta mettere insieme gli accadimenti per farsi un’idea. E, probabilmente, per capire perché un Pomilio non sarà più nel Settebello a partire dal prossimo raduno ad Avezzano. Una separazione che fa rumore, perché Pomilio e Campagna sembravano l’uno fatto per l’altro a partire da Barcellona ’92. Chissà che cosa c’è dietro.

Pomilio esce dallo staff tecnico del Settebello dopo 17 anni, 15 dei quali accanto a Campagna, contribuendo alla striscia di successi del Settebello: l’argento olimpico di Londra 2012, il bronzo di Rio 2016 e gli ori mondiali di Shanghai 2011 e Gwangju 2019. E poi ancora gli argenti mondiali di Budapest 2022 e Doha 2024 e le medaglie ottenute agli Europei (l’argento a Zagabria 2010, i bronzi di Budapest 2014 e Zagabria 2024, la vittoria della World League 2022). Risultati a cui la stella dello sport di Francavilla aggiunge scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Europea ottenuti alla guida della Pro Recco nella stagione 2015/16 e i tanti trionfi da giocatore: in carriera Pomilio ha vinto tutto con il Pescara, meritandosi nel 2023 l’inserimento nella Walk of Fame del Coni al Foro Italico in qualità di uomo simbolo della pallanuoto e dello sport italiano.