Il presidente Daniele Sebastiani e l'allenatore Luciano Zauri

L'INTERVISTA

Sebastiani: Pescara da 6 ma voglio più coraggio 

Il presidente: Zauri non rischia, però questa squadra vale i play off

PESCARA. Deluso, amareggiato e contrariato dopo il ko di Frosinone. Daniele Sebastiani, il presidente del Pescara, si è raccontato al Centro, dopo alcuni giorni di silenzio, analizzando il momento di difficoltà dei biancazzurri.
Presidente Sebastiani, siamo quasi al giro di boa. Che bilancio si sente di tracciare?
«Così così, diciamo che posso dare un sei al Pescara, ma potevamo fare molto di più. Sicuramente potevamo stare ancora dentro i play off, con un pizzico di attenzione cattiveria in più. Tuttavia mancano ancora tre partite e tutto è possibile».
Quanto le ha dato fastidio la sconfitta di Frosinone?
«A me danno fastidio tutte le sconfitte. A Frosinone, chiaramente, è stata una partita in cui nessuna delle due squadre ha giocato. Se non ci fosse stata quella invenzione di Dionisi, la partita sarebbe finita senza reti».
L’allenatore Zauri è a rischio esonero?
«Assolutamente no».
Anche se non dovesse arrivare un risultato positivo con il Trapani?
«Zauri rimane, mangerà il panettone e anche il pandoro, però voglio vedere la squadra che se la giochi fino alla fine. Poi, possiamo vincere, perdere o pareggiare, ma l’importante è vedere un Pescara che giochi».
Che cosa chiede al Pescara per risorgere?
«Nulla in particolare, perché la squadra ha sfoggiato delle ottime prestazioni e, quindi, i giocatori sanno quello che possono e devono fare. Dobbiamo pensare a noi stessi e basta».
Sarebbe meglio tornare all’antico, cioè all’assetto tattico con il 4-3-2-1, che, finora, dati alla mano, è quello che ha dato maggiori garanzie?
«Il modulo è fine a se stesso. Secondo me il Pescara deve avere la consapevolezza che è una squadra forte e che può giocarsela con tutti e senza paura».
Domenica, all’indomani della sconfitta di Frosinone, ha incontrato Zauri insieme ai direttori Repetto e Bocchetti. Che cosa è emerso da quel summit?
«Ho detto a Zauri che la partita non mi era piaciuta e che dobbiamo avere più coraggio senza pensare all’avversario che abbiamo davanti. La stessa cosa gli è stata ribadita anche da Repetto e Bocchetti. Qualche volta abbiamo pensato troppo agli avversari e non a noi».
Il mercato è alle porte. Sta pianificando già le prime operazioni?
«Al calciomercato inizieremo a pensarci tra due settimane. Dico questo anche perché dovremo fare un punto della situazione in considerazione dei giocatori che finora hanno avuto poco spazio. La rosa deve essere sfoltita, questo è sicuro».
Quanti elementi potrebbero andare via?
«Dipende, perché non dobbiamo considerare Chocev, Tumminello e Balzano, giocatori out per infortunio, che non rientreranno a breve. Quelli che hanno giocato meno potrebbero chiedere la cessione, tipo Cisco, Celli o Ingelsson, per fare qualche nome, come una delle punte che ha avuto meno spazio. Poi, in base alle cessioni, ci muoveremo per quanto riguarda il mercato in entrata».
A gennaio arriverà un bomber?
«Sicuramente se andrà via una punta arriverà un sostituto. Non prenderemo il quarto attaccante, ma sono convinto che uno dei tre attaccanti in rosa (Maniero, Brunori e Borrelli, ndr) ci chiederà di essere ceduto per trovare maggiore spazio altrove».
Lei ha sempre detto di voler puntare ai play off: ne è ancora convinto o sta pensando solo alla salvezza?
«Sono convintissimo che possiamo ambire alla zona play off. Ho fiducia in questa squadra, che può fare molto. Il Pescara può stare in alto e lottare per i play off. Questa non mi sembra una squadra che abbia meno di altre che ora sono in zona play off».
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