il fatto

Alba Adriatica, è morto Ciro, il senzatetto gentile

Aveva 59 anni e soffriva di polmonite, è morto nell'ospedale di Giulianova. L’anno scorso ci fu una gara di solidarietà per trovargli una casa

ALBA ADRIATICA. Ciro Ferriero non ce l’ha fatta a sopravvivere alla malattia. Un anno fa, la sua storia aveva commosso l’intera comunità di Alba Adriatica. Non solo per la sua precaria condizione di senzatetto gravemente invalido e pure malato di polmonite, costretto a vivere in una cabina-ripostiglio di uno chalet sulla spiaggia, in balìa del freddo pungente e senza nemmeno servizi igienici, con uno Stato che non poteva dargli più di 280 euro al mese di pensione e di un Comune che non aveva da offrirgli se non 150 euro una tantum, insufficienti persino per le cure.

Ad aver commosso centinaia di persone, che decisero di avviare una vera e propria gara di solidarietà, era stato forse soprattutto il coraggio che aveva avuto nel superare quel muro di invisibilità in cui vivono i senzatetto, decidendo di aprire le porte della sua precaria cabina alle telecamere per chiedere aiuto. Il tutto sempre con estrema dignità, come quando, pochi giorni dopo l’intervista di fine ottobre 2014, decise di ringraziare i cittadini di Alba Adriatica per avergli trovato un tetto, anche se temporaneo, il pasto caldo di un ristorante e la solidarietà di cui la Pro loco si era fatta capofila mettendo a disposizione il proprio conto bancario per le donazioni: «Ora ho persino due pasti al giorno», scriveva quasi con stupore. Dopo pochi mesi, quando i riflettori sulla sua storia si erano già spenti, una delle malattie di cui era afflitto divenne terminale. E pochi giorni fa, Ciro se n’è andato, spirato a 59 anni nella camera della struttura di Giulianova dove era ricoverato da poco.

A darne la notizia, la guida spirituale della Chiesa ecumenica albense Gianni Di Marco, che con la sua comunità di fedeli aveva risposto per primo alla gara di solidarietà, offrendogli immediatamente un tetto e aiutandolo per mesi. «È morto solo, in una umile stanza di albergo. Avrebbe voluto vedere i figli prima di morire, ma non ci è riuscito», racconta con amarezza Di Marco, mettendo la parola fine ad una vicenda che nonostante la commozione provocata, non è riuscita togliere Ciro dalla sua solitudine. E nemmeno ad avviare un dibattito fruttuoso sulla condizione dei senzatetto che vivono tra la stazione e le vie di Alba Adriatica.

Luca Tomassoni

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