Carabiniere ucciso, sequestrati 500 mila euro

Beni bloccati agli indagati per risarcire la famiglia di Santarelli, il militare picchiato a morte da teppisti mentre era in servizio a Grosseto. Medaglia d'oro all'agente
TERAMO. Una medaglia d'oro e un sequestro non cancellano il dolore di una famiglia, l'orrore di una tragedia che spazza via la vita di un padre, di un marito. Ma servono a non dimenticare chi ogni giorno, senza clamori, fa il suo dovere. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo ha scritto per motivare la medaglia al valore civile assegnata qualche mese fa ad Antonio Santarelli, il carabiniere di 44 anni morto nel centro di riabilitazione Villa Pini di Chieti dopo essere stato pestato l'anno scorso a Grosseto da quattro giovani fermati per un controllo: «Santarelli chiaro esempio di elette virtù civiche ed altissimo senso del dovere».
La tragedia corre parallela con il procedimento penale: l'accusa per i quattro aggressori, di cui uno solo maggiorenne e ancora in carcere, passa da tentato omicidio ad omicidio. Il giudice l'anno scorso ha disposto un sequestro di beni per un valore di 500mila euro alle famiglie dei quattro. L' avvocato Paolo Bastianini di Grosseto, che assiste la moglie e il figlio di Santarelli, ha chiesto e ottenuto il sequestro conservativo dei beni per assicurare che gli indagati possano pagare il risarcimento che potrà essere stabilito dal giudice.
Secondo Bastianini «con l'accoglimento dell'estensione alle famiglie della richiesta di sequestro si afferma un principio generale di responsabilità del genitore, che ha l' obbligo di vigilare sulle azioni del figlio minore delle quali può eventualmente essere chiamato a rispondere direttamente». Nel processo penale si sono costituiti parte civile anche i genitori e i fratelli di Santarelli rappresentati dagli avvocati Pierangelo Guidobaldi e Pietro Palozzo. E ieri il pm della procura di Grosseto che coordina le indagini ha disposto una ispezione cadaverica: non si tratta di un'autopsia, ma di un esame esterno.
Intanto il Comune di Notaresco, tramite il sindaco Valter Catarra, annuncia il lutto cittadino nel giorno dei funerali (che si celebreranno nel paese toscano di Pitigliano dove il carabiniere viveva non prima di mercoledì), una cerimonia per sabato e una onorificenza intitolata al carabiniere. «La sua vita e la sua morte», dice Catarra, «devono diventare un simbolo».
Santarelli, originario di Guardia Vomano (frazione di Notaresco), viveva con la famiglia vicino Grosseto. Il giorno della violenta aggressione era in pattuglia con il carabiniere scelto Domenico Marino, 34 anni di Caserta, che nell'agguato ha perso un occhio (anche lui insignito della medaglia al valore civile). Vicino a Grosseto i due avevano fermato per un controllo l'auto su cui viaggiavano i quattro di rientro da un rave party. L'unico maggiorenne era Matteo Gorelli, all'epoca 19enne, in carcere. Con lui due amici e un'amica, tutti sotto i 18 anni, oggi liberi. I carabinieri vennero picchiati con un palo di legno: dopo l'aggressione vennero lasciati a terra.
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