Lanciano telefoni cellulari oltre il muro del carcere: scoperti e denunciati

Per farlo hanno scavalcato la rete di recinzione, inseguiti e bloccati dagli agenti. Il sindacato: «Polizia penitenziaria sempre pronta nonostante il poco personale»
TERAMO. Scene che, ogni volta, sembrano uscite da un film. Con particolari diversi a fare la differenza. Come in questo caso: telefoni cellulari lanciati dal muro di cinta destinati ai detenuti e poi la fuga a piedi di chi è stato bloccato dagli agenti di polizia penitenziaria dopo essere stato scambiato per evaso.
Succede ancora a Castrogno, uno dei carceri più sovraffollati d’Abruzzo dove il fenomeno dei telefoni cellulari lanciati dall’esterno non si arresta con i numeri a raccontare che anche in questi primi cinque mesi dell’anno i tentativi sono stati tanti e tutti sventati dagli agenti di polizia penitenziaria che nonostante i numeri esigui di una pianta organica mai adeguata, così come succede in quasi tutti i penitenziari italiani, non si fermano mai. Come è successo nel primo pomeriggio di ieri con due cittadini magrebini provenienti da Roma che sono stati bloccati e denunciati dopo essere stati scoperti a lanciare telefonini cellulari nell’intercinta del carcere, ovvero nello spazio tra il primo e il secondo muro di cinta.
I due in fuga sono stati notati da alcuni agenti di rientro da un servizio esterno che li hanno visti scavalcare la rete recinzione della zona demaniale dell’istituto e scappare. Gli agenti li hanno subito inseguiti e bloccati pensando si trattasse di due evasi. Dopo averli fermati li hanno portati in carcere dove nel frattempo sono stati visionate le immagini del sistema di videosorveglianza da cui si è scoperto che poco prima i due avevano lanciato cinque telefonini cellulari tra i due muri di cinta, apparecchi che avrebbero dovuto essere successivamente recuperati.
Così scrive il segretario provinciale del Sappe Giuseppe Pallini: «Nonostante la gravissima carenza di personale e il gravissimo sovraffollamento carcerario, il personale di polizia penitenziaria non arretra di un millimetro nella lotta alla criminalità. Il Sappe si compiace con il reparto di polizia penitenziaria per l’altissima professionalità dimostrata e auspica che gli organi competenti riconosca loro un riconoscimento».
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