Massacrarono un carabiniere che cercava di difendere la madre, catturato uno dei responsabili / VIDEO

Una meticolosa indagine ha permesso ai carabinieri di Alba Adriatica di arrestare uno dei responsabili di una brutale rapina in villa avvenuta lo scorso 19 novembre a Martinsicuro, con il ferimento grave di un Brigadiere capo dell’Arma, intervenuto per difendere la propria madre da tre malviventi incappucciati
MARTINSICURO. Erano circa le 18.30 del 19 novembre 2024 quando tre banditi incappucciati irruppero all’interno di una villa di Martinsicuro per svaligiarla. Gli stessi non si erano tuttavia accorti che in quel momento, nella mansarda dell’abitazione, era presente l’anziana madre del proprietario, un Brigadiere Capo dell’Arma in servizio nella Compagnia di Alba Adriatica. La donna, allarmata dai rumori, contattava telefonicamente il figlio (in quel momento impegnato fuori casa in servizi personali) che quindi rientrava subito, trovandosi davanti i malviventi. Sebbene lo stesso avesse subito intimato ai ladri di fermarsi, qualificandosi come carabiniere, questi lo aggredivano proditoriamente, utilizzando anche gli arnesi da scasso di cui erano in possesso (piccone, piede di porco e bastoni). Il militare, tempestato da numerosi colpi al volto e all’addome, aveva quindi la peggio e cadeva esanime a terra. Subito dopo i tre banditi si davano alla fuga attraverso le campagne circostanti.
Il brigadiere veniva soccorso poco dopo dai colleghi e dai sanitari del 118 intervenuti sul posto e solo un tempestivo intervento chirurgico (finalizzato a bloccare una grave emorragia interna) effettuato presso l’ospedale di Giulianova, nel corso del quale gli veniva anche asportata la milza, gli consentiva di aver salva la vita. Le indagini su tale gravissimo delitto, particolarmente complesse ed articolate, sono state intraprese nell’immediatezza dai militari della compagnia di Alba Adriatica e sono proseguite senza sosta per i successivi nove mesi. Tali attività sono state avviate con un meticoloso sopralluogo e il repertamento di tracce biologiche sulla scena del crimine (rinvenute in particolare su una piccola torcia elettrica che uno dei rapinatori teneva in bocca mentre tentava di smurare la cassaforte). Ottenuto il profilo del dna di uno degli autori del delitto (all’epoca non censito nella banca dati nazionale) i carabinieri hanno svolto una serie di ulteriori approfondimenti investigativi che hanno portato all’identificazione di un trentottenne pregiudicato albanese, latitante per reati contro il patrimonio ed irreperibile sul territorio nazionale.
Gli investigatori hanno tuttavia proseguito con abnegazione le indagini e, anche grazie alla collaborazione della polizia albanese (attivata attraverso la Direzione centrale della Polizia criminale – Servizio cooperazione internazionale di polizia), hanno accertato che il ricercato aveva cambiato le sue generalità, sperando così di eludere il provvedimento restrittivo pendente su di lui. Ottenute le nuove generalità dell’autore del delitto i carabinieri di Alba Adriatica, il 31 luglio, sono quindi riusciti a rintracciarlo nella città di Rovigo dove lo stesso è stato catturato in esecuzione del sopra indicato ordine di carcerazione. I successivi accertamenti scientifici svolti dal Ris di Roma hanno quindi confermato che il suo dna corrispondeva a quello trovato sulla scena del crimine.
Sulla scorta delle predette risultanze investigative il Gip del tribunale di Teramo, su conforme richiesta della locale Procura, ieri, ha emesso nei confronti dell’uomo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di tentato omicidio e tentata rapina aggravata. Questo provvedimento restrittivo è stato eseguito nella stessa serata dai carabinieri di Alba Adriatica nel carcere di Rovigo dove l’albanese era già detenuto. Nel corso delle lunghe indagini, i carabinieri di Alba Adriatica hanno altresì appurato che il delitto in trattazione era stato commesso da individui collegati ad un sodalizio organizzato italo/albanese, dedito alla commissione di furti e rapine in casa su tutto il territorio nazionale; il 15 marzo, a Tortoreto, catturato un altro latitante albanese, elemento apicale del citato sodalizio; il 28 aprile, sempre a Tortoreto, dato esecuzione a ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di tre individui (tra cui il predetto albanese) per il reato di estorsione aggravata in danno di un imprenditore del luogo.
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