CORONAVIRUS

Sagre estive in forse, le Pro loco: «Nessuno ci dà i protocolli»

Nessuna indicazione sulle manifestazioni in piazza nei Dpcm. Di Addezio (Unpli Abruzzo): Non possiamo stare fermi un altro anno

TERAMO. Un nuovo arrivederci al prossimo anno con le sagre estive sarebbe deleterio per il comparto associazionistico, il turismo locale, le attività del territorio e l’intero indotto dello spettacolo, oltre ai lavoratori occasionali. Il presidente di Unpli (l’Unione nazionale delle Pro loco) Abruzzo, Sandro Di Addezio di Sant’Omero, se lo scorso anno ha sostenuto la linea del “no” alle manifestazioni gastronomiche, quest’anno non crede che il digiuno forzato possa essere ulteriormente sostenuto. Fra i vari Dpcm e le linee guida di diversa estrazione al momento non si scorge nulla relativamente alle manifestazioni di piazza. Sono come dimenticate. Eppure le Pro loco, in Val Vibrata – area in cui le manifestazioni enogastronomiche estive sono tante e rinomate – come nel resto d’Abruzzo, sono pronte a ripartire. 

L’APPELLO. «Dateci i protocolli e li seguiremo», è l’esortazione alle autorità di Di Addezio, che ritiene come ben possano Governo e Regione dettare le linee guida come per la ristorazione anche per il settore dell’enogastronomia. In Abruzzo sono 252 le Pro loco, che contano quattordicimila tesserati. La Regione vanta un’enogastronomia di punta dove patatine e frittelle sono solo il contorno di una tradizione molto più ricca e variegata. «Se la ristorazione può lavorare all’aperto, che differenza fa offrire le nostre migliori tradizioni gastronomiche nel corso delle sagre che da sempre si svolgono sotto le stelle?», si chiede il presidente dell’Unpli Abruzzo, e continua: «Se ai ristoranti verrà prescritto di mantenere il distanziamento fra i commensali a tavola, di sanificare gli ambienti, di ospitare clienti su prenotazione, perché non possono farlo le Pro loco?». Il presidente delle Pro loco abruzzesi, patron di quella di Sant’Omero famosa per il baccalà, aveva chiesto aiuti economici alla Regione già durante la prima ondata pandemica. Nessuna risposta. Poi aveva rinnovato l’esortazione nello scorso inverno: di nuovo nulla. La politica sembra essersi dimenticata del cibo di strada e dell’indotto che muove, ogni anno, milioni di euro e un’economia a tutto tondo. «Forse non si comprende che le Pro loco fanno lavorare fornitori, giovani, service, artisti locali e non, band, società di noleggio palchi e attrezzature varie. Ma anche i ristoranti del territorio e gli esercizi commerciali, gli ambulanti, i bar che nelle piccole realtà lavorano grazie alla cornice che le sagre offrono muovendo turisti e buongustai», dice ancora Di Addezio. E conclude: «A nessuno sembra importare nulla. Le tasse, le Pro loco continuano a pagarle senza poter recuperare lla e rischiamo che molte chiudano. Non facciamo solo sagre ma promuoviamo il territorio, è bene ricordarlo». 

IL PROTOCOLLO. Di Addezio ha pronto il protocollo di massima della sagra del baccalà di Sant’Omero, semmai ne venisse autorizzata la ripartenza. Posti distanziati e limitati, servizio al tavolo, accesso solo su prenotazione. Come Sant’Omero, potrebbero fare la stessa cosa tutte le Pro loco delle quattro province abruzzesi.