Teramo, preso l'aguzzino delle prostitute: era latitante da due anni

Arrestato in Romania Valeriu Anghel, era il capo di un'organizzazione dedita allo sfruttamento delle ragazze reclutate all'estero e poi sfruttate, picchiate e minacciate

TERAMO. Favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, tentata estorsione, tentata violenza privata, lesioni aggravate e possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi: sono i reati per i quali un latitante era inseguito da una mandato di arresto europeo emesso dal tribunale di Teramo e che nei giorni scorsi è stato arrestato in Romania. Si tratta di Valeriu Anghel, ritenuto il "capo" di un'organizzazione transnazionale di matrice moldava, dedita allo sfruttamento della prostituzione.

Gli investigatori della squadra mobile di Teramo lo hanno preso in collaboprazione con il Servizio centrale operativo (Sco) di Roma ed il Servizio di cooperazione internazionale di polizia. Ritengono che da maggio 2016, insieme alla moglie Diana Anghel e con un complice di nazionalità moldava, abbia sfruttato giovani connazionali, e che le abbia costrette con minacce e violenze a prostituirsi in appartamenti a Martinsicuro e nelle Marche. Le ragazze venivano "reclutate" in Moldavia e indotte a venire in Italia. Le indagini hanno anche evidenziato che i tre avevano realizzato e poi consegnato carte di identità romene false ad alcune di queste giovani. Nel dicembre 2016 Anghel, insieme ai complici, avrebbe minacciato e picchiato due prostitute moldave che erano riuscite a scappare ed a rifugiarsi in un appartamento a Martinsicuro.

La latitanza di Valeriu Anghel era cominciata nel febbraio 2017 quando nei suoi confronti e della moglie venne spiccato un provvedimento di cattura in ambito internazionale dal Tribunale di Chisinau (Moldavia), per il reato di traffico di esseri umani finalizzato allo sfruttamento della prostituzione. Il complice moldavo della coppia era stato arrestato mentre Valeriu Anghel e la moglie si erano resi irreperibili. Quest’ultima, colpita dalla misura del divieto di dimora nelle Marche e in Abruzzo, è poi stata rintracciata di recente nel corso di un controllo di polizia in un autogrill di Padova.