Terremoto, Valle Castellana: gli sfollati non mollano

Nonostante il freddo gli abitanti restano accanto a case e aziende agricole inagibili. Esposito: «Bisogna ricostruire prima possibile»

TERAMO. «Qui i residenti non sono andati via e non vogliono andare via per non lasciare il territorio, ma soprattutto le proprie attività, molte delle quali agricole». Le parole di Vincenzo Esposito, sindaco di Valle Castellana, raccontano ciò che sta accadendo nel suo comune dopo gli ultimi terremoti. Sono state emesse già trecento ordinanze di sgombero su appena mille residenti e nuove inagibilità vengono riscontrate ogni giorno.

Eppure i tanti sfollati sono rimasti, organizzandosi per conto proprio nell'attesa di una migliore sistemazione per affrontare il duro inverno. Per il forte legame con il territorio e con le origini, ma soprattutto perché ci sono le aziende agricole, unica fonte di sostentamento per molte famiglie, che non possono essere abbandonate. «Sei allevamenti hanno subito danni gravi e abbiamo richiesto strutture per il ricovero degli animali», spiega Esposito, «e anche moduli per la lavorazione e la trasformazione degli alimenti come prodotti caseari e insaccati. Ad uso abitativo per chi non vuole lasciare l'attività abbiamo richiesto 35 Sae e container, due dei quali da adibire a bar a Pietralta e a tabaccheria nel capoluogo. L'emergenza non è terminata e ci auguriamo che arrivi presto quanto richiesto», osserva il primo cittadino che sollecita la velocizzazione delle delle pratiche per la sistemazione temporanea degli sfollati e una rapida ricostruzione. «Altrimenti la gente perde la speranza e si rischia l’abbandono dei territori montani».

Adele Di Feliciantonio

©RIPRODUZIONE RISERVATA