L'effetto del sisma nell'Adriatico (foto Corriere.it)

TERREMOTO

Altre 70 scosse di terremoto nell'Adriatico, e il rischio tsunami non c'è: perché?

Prosegue lo sciame sismico anche in mattinata. L'Ingv: al momento solo possibili variazioni nelle correnti e onde anomale in porti e insenature

PESCARA. Prosegue nella mattinata di oggi (domenica 28 marzo) lo sciame sismico nel Mar Adriatico. Conteggiate oltre 70 eventi sismici dal pomeriggio di ieri e che si sono ripetuti durante la notte. Gli esperti escludono il rischio tsunami.

Dopo il terremoto di magnitudo 5.2 rilevato ieri (sabato 27 marzo) alle 14,57 dagli strumenti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) la terra ha continuato a tremare più volte. Le scosse, seppure di entità più lieve, non si sono mai fermate: dalla mezzanotte sono stati registrati oltre 10 terremoti, due dei quali di magnitudo 3.1, per un totale di circa 65 eventi sismici da ieri pomeriggio. Altre scosse sono state avvertite nella mattinata odierna, di cui le ultime due alle ore 9,33 e alle 11,08, sempre nell'Adriatico, ma a una profondità rispettivamente di 28 e 10 chilometri.

leggi anche: Terremoto nel mare Adriatico, paura anche in Abruzzo / AGGIORNAMENTI L'INGV: scossa di magnitudo 5,2. Dopo il primo boato la terra continua a tremare oltre trenta volte. L'epicentro di una delle ultime scosse è a 4 chilometri da Cagnano Amiterno (L'Aquila)

Il sisma di ieri è stato registrato a circa 90 chilometri dal promontorio pugliese del Gargano e dalle isole Tremiti e a circa 30 chilometri dall'isola croata di Lastovo. Inizialmente l'Ingv aveva ipotizzato una scossa di magnitudo 5,6, poi rivista al ribasso a 5,2. Come precisa il Centro allerta tsunami dell’INGV (CAT-INGV) nel messaggio di informazione diramato a seguito del terremoto, nonostante la sequenza sismica nell'Adriatico stia andando avanti, il verificarsi di uno tsunami è ritenuto "improbabile secondo i criteri di stima adottati in ambito internazionale". Generalmente, secondo gli esperti, si corre il rischio di uno tsunami solo se il terremoto supera la magnitudo di 6 e 6,5.

"In prossimità dell’epicentro del terremoto - fanno sapere i ricercatori e i tecnici del Centro allerta tsunami - potrebbero verificarsi modeste variazioni nelle correnti e moti ondosi anomali, in particolare all’interno di porti o insenature. Inoltre, va considerato che le onde sismiche generate dal terremoto potrebbero indurre fenomeni secondari (come per esempio frane subaree o sottomarine) che a loro volta avrebbero la possibilità di innescare uno tsunami".
Al momento non si segnalano danni a persone o cose.