Altri nove comuni abruzzesi entrano nel cratere sismico

Arriva l’atteso emendamento del governo al decreto terremoto. Notturna alla Camera, il testo in Aula dalla settimana prossima

ROMA. Era atteso in commissione Ambiente, alla Camera, per la tarda mattinata di mercoledì. Poi è slittato al pomeriggio e, infine, al giorno successivo. E ieri, per tutta la giornata, dell’emendamento del governo al decreto terremoto per l’allargamento del cratere sismico ad altri nove comuni abruzzesi non c’era ancora traccia. Tanto è bastato per innescare, sul provvedimento dell’esecutivo, un vero e proprio giallo. Risolto solo in serata quando il testo, finalmente, è arrivato all’esame della commissione di Montecitorio.

La modifica del governo approvata nella notte in Commissione Ambiente apre all’ingresso nel cratere abruzzese di nove Comuni, che sono Castel Castagna, Colledara, Isola del Gran Sasso, Pietracamela e Fano Adriano nel Teramano; Barete, Pizzoli e Cagnano Amiterno nell’Aquilano; Farindola nel Pescarese. «La commissione è ancora al lavoro, ma è positivo che la discussione sull’allargamento del cratere si avvii prima che il provvedimento approdi in Aula», ha spiegato a lavori in corso il deputato del Pd, Antonio Castricone. «Ho presentato, insieme al collega Paolo Tancredi, un subemendamento per estendere la misura anche al comune di Penne - ha aggiunto -. Vedremo se passerà ma, in ogni caso, l’emendamento del governo, che salvo sorprese, dovrebbe essere approvato, è una grande conquista per l’Abruzzo». E, a proposito di emendamenti, ha già ottenuto il via libera della commissione la modifica, chiesta sempre da Castricone, che prevede la sospensione del decreto Lorenzin sulla riorganizzazione degli ospedali nel cratere 2009 e 2016 di cui beneficerà il presidio di Popoli.

Ma sul tavolo della commissione Ambiente non c’era solo la questione del cratere sismico. Un sub-emendamento del deputato di Scelta civica Giulio Sottanelli punta ad estendere, innanzitutto, le «disposizioni relative ai movimenti franosi» connessi «agli eventi sismici» per la ricostruzione degli edifici interessati anche a quelli «sia pubblici che privati distrutti o dichiarati inagibili o evacuati» in seguito agli eccezionali eventi meteorologici del gennaio scorso. Non solo, quindi, a quelli situati all’interno del cratere sismico. «Una misura assolutamente necessaria - spiegava ieri Sottanelli -. Altrimenti sarebbero escluse frane come quella di Casoli di Atri dove ci sono molte famiglie sfollate e tante case danneggiate».

Se come ha detto Gianni Melilla di Mdp «il dibattito sta facendo maturare scelte positive per l'Abruzzo», non sono però mancate le critiche. «Per le zone franche all’interno del cratere tutto è rimandato a data da destinarsi - accusano i deputati del M5S Gianluca Vacca, Andrea Colletti e Daniele Del Grosso -. Imprese e lavoratori delle zone colpite dal terremoto dovranno ancora aspettare i comodi di un governo che fa confusione sui conti pubblici e che non sa battere i pugni in Europa». E l’azzurro Fabrizio Di Stefano rincara: «Non è stato riconosciuto il minimo indennizzo alle abitazioni di fascia A - ha lamentato -. E’ stato posticipato a un futuro decreto l’individuazione e la metodologia applicativa delle zone franche, così come a seguito dei danni causati dal maltempo è stato previsto per le imprese un credito d’imposta che, di fatto, per le Pmi rappresenta un pannicello caldo».