AMBIENTE

E nel cocktail la zita al posto della cannuccia 

L’idea di due ristoratori della Gran Bretagna: sostituire la plastica inquinante con la pasta De Cecco

PESCARA. Un miliardo di cannucce di plastica al giorno: vengono usate una volta, per una decina di minuti e poi finiscono nelle discariche e nei mari e per smaltirle ci vogliono centinaia di anni. E non è tutto, perché la plastica negli oceani si sminuzza in pezzi sempre più piccoli che vengono ingeriti dai pesci, per poi entrare nella nostra catena alimentare.
Ma c’è chi ha trovato una soluzione ecosostenibile e anche originale: sostituire le cannucce di plastica con le abruzzesissime Zite n. 18 del pastificio De Cecco. È la brillante idea di due ristoranti britannici, il “Brace and Browns” di Bristol e il Coco de Mama di Londra, che sostengono entrambi la campagna contro il consumo di plastica. Campagna accolta, tra l’altro anche dalla regina Elisabetta, che ha deciso di bandire le cannucce inquinanti da tutte le proprietà reali. «La plastica usa e getta ci ha invaso e non ci rendiamo conto dei danni devastanti che provoca», spiega Rosalba Giugni, presidente di Marevivo, associazione ambientalista molto attiva nella lotta per la pulizia degli oceani.
All’idea di usare la pasta al posto della plastica i responsabili del Brace and Browns sono giunti dopo aver preso in considerazione diversi materiali, dalle cannucce di carta, poco pratiche, a quelle di paglia, troppo fragili, fino a quelle di ferro, eccessivamente costose. Così alla fine hanno pensato alle zite, la pasta dalla tipica forma di cannuccia: sono perfettamente biodegradabili, non inquinanti per l’ambiente e danno perfino un tocco divertente e “à la page” al cocktail.