Il caso del gruppo su Facebook, parla un iscritto abruzzese: «Amavo le foto su Mia Moglie, ma non ho mai pubblicato»

24 Agosto 2025

La difesa: «Non ho commesso alcun illecito, per me era soltanto un gioco». Il professionista tra i 32mila frequentatori: «Nulla da temere, molte belle donne sapevano»

L’AQUILA. «Mi sono iscritto circa tre anni fa. Solo per guardare e passare il tempo. Credo di non aver fatto nulla di male, anche perché non ho mai messo foto di mia moglie. Lo giuro. Sono un professionista serio». A parlare è un aquilano di mezza età, residente in provincia, tra le migliaia di iscritti al sito “Mia Moglie” finito al centro di uno scandalo nazionale.

“Anonimo 206” – questo il profilo con il quale accedeva – si fa promettere di non rivelare il suo nome prima di accettare di raccontare cos’è accaduto.

«Passo diverso tempo sul web e un giorno mi è comparsa una interessante immagine. Mi piaceva. Ormai se navighi sui social ne compaiono a decine ogni giorno. Ho cliccato per curiosità. Tutto qui. Nulla di strano. E faccio fatica a comprendere tutto questo interesse. Qualcuno ha sbagliato? Non io. Per me è stato un semplice passatempo e non devo temere nulla. Anche perché non ho mai fatto un commento volgare. Avrò guardato qualche immagine. Sì, anche donne, ma che male c’è? E ovviamente, come capita sui social, c’erano dei commenti beceri o sessisti, questo sì. Ma non da parte mia, sia chiaro. Quando li leggevo passavo appresso. Tutto il resto lo sto sentendo in questi giorni, leggendolo soprattutto sui giornali. Siete voi che cercate lo scandalo. Che cosa devo pensare di chi ha pubblicato foto all’insaputa della compagna? Chi fa così ha sbagliato» aggiunge l’uomo, una buona attività e una famiglia modello alle spalle, a suo dire. Che aggiunge: «Sono sicuro che molti che hanno pubblicato delle foto, per far vedere che hanno una bella moglie, hanno avuto il consenso. Tutti gli altri considerano le donne come oggetto. E sbagliano di brutto. Ma non sono io».

Il professionista aquilano è uno dei 32.358 utenti della pagina Facebook “Mia moglie” che Meta ha deciso di chiudere dopo una valanga di proteste per i contenuti sessisti dei commentatori del gruppo ma, soprattutto, perché – a giudicare da quello che scrivono gli stessi autori dei post con foto – ci sarebbero immagini private e sessualmente esplicite pubblicate all’insaputa delle partner, aperto e visibile al mondo intero dal 2019.

La prima a segnalare il caso alla polizia postale, dal suo profilo Instagram, è stata la scrittrice e sceneggiatrice Carolina Capria. Da qui un diluvio di commenti indignati.

Gli agenti di Roma, con la collaborazione delle Polpost di tutta la Penisola, si sono attivati e Meta Platforms, Inc., società che gestisce Instagram, Facebook, Whatsapp e che fa capo a Mark Zuckerberg, mercoledì scorso ha chiuso la pagina.

Gli iscritti erano quasi tutti uomini, che dal 2019 hanno condiviso e commentato immagini intime di compagne o mogli – molte non hanno mai dato il consenso alla divulgazione dei contenuti – e che sono state trattate come merce di scambio tra persone senza scrupoli. Centinaia anche gli abruzzesi che hanno postato, commentato e condiviso. Qualcuno di questi potrebbe aver commesso dei reati ed è ciò che stanno accertando gli agenti della polizia postale.

La pagina è stata accessibile da tutti fino a qualche giorno fa, ma quando gli “animatori” si sono resi conto di essere stati scoperti, hanno cominciato a diffondere il link di indirizzi Telegram, in cui continuare i loro scambi. La polizia ha chiuso la pagina dopo le segnalazioni di varie attiviste femministe, ma i nomi di chi ha commentato e condiviso fotografie e video senza consenso sono in una dettagliata informativa che finirà anche in procura. Prima che la polizia postale intervenisse è stato possibile fare degli screenshot dei post, per cui si trovano uomini che mettono in palio le foto delle loro donne.