L’Abruzzo si spopola: sparisce un paese l’anno

16 Aprile 2025

Lo dichiara l’ultimo censimento Istat, che si riferisce al 2023. Rispetto all’anno precedente, la perdita netta è di 3.056 abitanti. Una cifra che sarebbe molto più pesante se non fosse parzialmente compensata dal saldo migratorio estero positivo

PESCARA. Immaginate che Altino (2.930 abitanti) o Alanno (3.320) oppure Balsorano (3.232) spariscano da un giorno all’altro. Sono queste le dimensioni del calo demografico dell’Abruzzo. A fotografarlo è l’ultimo censimento Istat, che si riferisce al 2023. Rispetto all’anno precedente, la perdita netta è di 3.056 abitanti. Una cifra che sarebbe molto più pesante se non fosse parzialmente compensata dal saldo migratorio estero positivo (la differenza tra chi dall’estero arriva in Abruzzo e viceversa). Ma non è l’unica criticità messa in luce dall’indagine. Il numero di bambini nati ha segnato un nuovo record negativo, e così la popolazione invecchia e l’età media regionale supera quella nazionale. Ma i dati sono molti: andiamo con ordine.

POCHE NASCITE PIU VECCHI

In Abruzzo siamo di meno e più vecchi. Al 31 dicembre 2023 si contavano 1.269.57 residenti, segnando un -3056 rispetto all’anno precedente. In percentuale, la perdita è dello 0,2% ( a livello nazionale la popolazione è rimasta stabile). Questo calo demografico non è omogeneo: la provincia di Chieti perde 1.421 abitanti (per dare un’idea, è come se un paese come Perano sparisse nel nulla), mentre nel Teramano il fenomeno va nella direzione opposta, segnando un +231 rispetto al 2022. Un buon dato, ma è l’unica provincia a segnare questo trend positivo: L’Aquila e Pescara perdono rispettivamente 974 e 864 abitanti. Per quanto riguarda il tasso di mortalità, è in diminuzione rispetto all’anno precedente (da 13,2 a 12,5 per mille abitanti), ma va sottolineato che il dato sconta la fine degli effetti della pandemia, che aveva portato a un eccesso di mortalità nella fascia più anziana della popolazione. Il numero in valori assoluti dei decessi fa riflettere se messo accanto a quello delle nascite: nel 2023, a fronte di 15.829 morti, le nascite registrate sono state 7.578, il minimo storico. La differenza è di 445 rispetto all’anno prima e di quasi 4mila rispetto al 2000, quando i nuovi nati furono circa 11mila. In altre parole, per ogni due persone decedute ne nasce una. La conseguenza non può che essere un ulteriore aumento dell’età media, che passa da 47,2 a 47,4 e supera la media nazionale di 46,6. Anche in questo caso, però, il dato non è omogeneo, ma risulta inversamente proporzionale alla grandezza dei singoli comuni presi in esame.

MONTELAPIANO-LILLPUT

Più di un quinto degli abruzzesi vive nei comuni che hanno tra i mille e i cinquemila abitanti, il 41,3% del totale. In quelli con meno di mille residenti l’età media è di 51,9 anni. Il numero scende progressivamente mano amano che aumenta la dimensione demografica dei comuni. L’età media più bassa si registra in quelli con popolazione compresa tra i 10mila e i 20mila: 45,6 anni. Come conseguenza, è in questi comuni che il tasso di natalità è più alto (6,7 per mille abitanti) e quello di mortalità è più basso (10,6 per mille). Viceversa, a causa dell’elevato livello di invecchiamento, nei piccolissimi comuni si registra il tasso di natalità più basso (4,5 nati per mille), e il tasso di mortalità più elevato (18,3 per mille).I valori estremi dell’età media si registrano a Santa Maria Imbaro, nel Teatino (43 anni) e a San Benedetto in Perillis, nell’Aquilano(64,7 anni). Il comune più piccolo, come una sorta di Lilliput abruzzese, è Montelapiano, in provincia di Chieti, con soli 69 abitanti, mentre quello più grande è Pescara, che ne conta 118.829 (unico comune a superare i 100mila abitanti): più del doppio della popolazione di Teramo (51.630 ) e Chieti (48.532). Il comune di Montebello sul Sangro, nel Chietino, registra il maggior incremento di popolazione rispetto al 2022 (+7,4%), mentre Castel del Monte, nella provincia dell’Aquila, è il comune con il calo più forte (-8,0%).

FATTORE MIGRANTI

Ma come è possibile che a Montebello sul Sangro la popolazione sia aumentata di quasi il 10% in un solo anno? Semplice: grazie agli stranieri. Come accennato, il calo demografico dell’Abruzzo sarebbe molto più intenso se non fosse parzialmente compensato dal saldo migratorio estero positivo, cioè la differenza tra chi dall’estero sceglie di arrivare in Abruzzo e chifa ilpercorsoopposto. Se non ci fossero gli stranieri, il calo di popolazione sarebbe superiore a 8mila (per intenderci, il numero di abitanti di Guardiagrele). Solo la loro presenza mitiga questa situazione. Rispetto al 2022, complessivamente sono 2.924 in più, (tasso di crescita del 3.5%). L’incremento riguarda tutte le province, con valori che oscillano tra lo 0,6% di Pescara e il 4,6% di Teramo. Oltretutto, la popolazione straniera, costituita per lo più da giovani, contribuisce anche a limitare l’aumentodell’etàmedia. Insomma, dall’indagine dell’Istat emergono segnali preoccupanti. La popolazione invecchia e nascono sempre meno figli. Ogni anno gli abitanti di un paese comeAltino, Alanno o Balsorano scompaiono nel nulla. E se non fosse per quegli stranieri, spesso giovani e con progetti a medio-lungo termine, che scelgono di iniziare una nuova vita qui, il calo sarebbe quasi tre volte superiore. Il tema della restanza ormai non appartiene più solo ai piccoli centri, ma è un problema regionale

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