Crolli nel Chiostro Grande della Certosa del Galluzzo dopo il terremoto di Firenze del 1895

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18 maggio

Oggi, ma nel 1895, a Firenze, alle 20.45, si verificava il terremoto dell'VIII grado della scala Mercalli, con epicentro nell'area del Chianti fiorentino, precisamente Bagno a Ripoli, che costava la vita a 3 persone. Nel dettaglio i morti erano a Grassina e a San Martino a Strada, frazioni sempre di Bagno a Ripoli, che venivano uccisi dal crollo delle case, anche perché, essendo ora di cena, quasi tutti i cittadini erano dentro le abitazioni.

A Grassina, accanto alla villa medicea di Lappeggi, nel crollo della casa colonica dove dimorava la famiglia Forni, morivano Lena Forni ed Eugenia Pistolesi più suo figlio, che aveva sei mesi. Letizia Giannelli, invece, era la vittima di San Martino a Strada. Non c'erano state scosse di avviso nei giorni precedenti. Mentre quelle di assestamento, che saranno 50 in 13 mesi, dureranno fino al giugno dell'anno successivo. Il sisma del 18 maggio 1895, che non verrà annoverato come evento di grande entità, ma comunque di rilevante importanza storica, distruggeva cento edifici e costringeva mille residenti della zona a lasciare le abitazioni, anche in vista di una successiva scossa. Quest'ultima arriverà il 6 giugno successivo, ma, proprio a causa delle precauzioni adottate, non mieterà vittime. Nel capoluogo toscano i danni più ingenti si riscontravano nella certosa, posta sul Monte Acuto, in zona Galluzzo, edificata nel 1341, col crollo di un lato del chiostro grande (nella foto, particolare). Lesioni parziali interessavano, sempre a Firenze, la basilica di Santa Croce, quella di San Lorenzo, la badia fiorentina, la chiesa di Santa Maria del Carmine. In misura inferiore, sempre a Firenze, si verificavano traumi alle architetture degli storici palazzi Pitti, Medici Riccardi, degli Uffizi, Strozzi. La particolarità dell'evento sismico del 18 maggio 1895 e la ragione che lo farà tenere a mente, con tanto di visita ufficiale di Vittorio Emanuele di Savoia, principe di Napoli e futuro sovrano d'Italia come Vittorio Emanuele III, sarà proprio il danno arrecato all'inestimabile patrimonio artistico conservato negli edifici menzionati. Inoltre, a memoria d'uomo, i fiorentini non ricordavano una scossa così forte dalle loro parti.

Il quotidiano locale Fieramosca, nell'edizione del 20 maggio successivo, riporterà, in prima pagina, sotto il titolo "Il terremoto in Firenze e dintorni", questa descrizione: "A un tratto un rombo cupo, poderoso, qualche cosa di rassomigliabile alla scarica di moschetteria di un mezzo reggimento, si fece sentire, e una scossa violenta, improvvisa, formidabile fece balzare uomini e cose, scosse oggetti e persone […]. I più uscirono dai pubblici locali, caffè e trattorie […], dalle case […] dai teatri […] e in un momento Firenze fu piena di folla che si riversava per le vie". Dal punto di vista storico, stando ai dati riportati negli annali dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, prima dell'evento del 18 maggio 1895, era da considerare di rilievo il terremoto del 13 giugno 1542. Quest'ultimo era stato del IX grado della scala Mercalli, con epicentro nel Mugello, e aveva causato 113 morti, 300 feriti e 3mila case inagibili, soprattutto negli abitati di Barberino, Borgo San Lorenzo, Scarperia e Vicchio. Dopo quello del 18 maggio 1895, il successivo sisma di rilievo verrà registrato il 29 giugno 1919, del IX grado della scala Mercalli, sempre con epicentro a Vicchio, nell'area del Mugello.