Emanuele D’Onofrio insieme all’avvocato Roberto Di Loreto

CHIETI

Delitto Daita, condanna definitiva: l'operaio sconterà la pena in cella

Omicidio di piazza Vico, la Cassazione respinge il ricorso del giovane teatino incensurato: inflitti 8 anni e mezzo di reclusione

CHIETI. Diventa definitiva la condanna a 8 anni e mezzo di reclusione per Emanuele D’Onofrio, il giovane operaio teatino accusato dell’omicidio preterintenzionale del giornalista Simone Daita. La quinta sezione della Cassazione ha rigettato il ricorso dell’imputato, 29 anni, fino a ieri sera incensurato.

La vittima Simone Daita

Nelle prossime ore, al massimo tra qualche giorno, per D’Onofrio si aprono le porte del carcere: l’entità della pena non gli consente di poter ottenere misure alternative. L’operaio, colpito con un pugno dalla vittima, reagì riducendola in fin di vita il 28 febbraio del 2015, in piazza Vico, nel cuore del centro storico di Chieti. Il 15 marzo dell’anno successivo, senza aver mai ripreso conoscenza, Daita si spense a 53 anni all’ospedale di Pescara. (g.l.)

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