Una piazza per ricordare l’ex sindaco Buracchio 

La nuova area Peep di Madonna del Freddo sarà dedicata al politico della Dc Guidò la città dal 1960 al 1968 e, poi, si candidò anche al Comune di Pescara

CHIETI. Una piazza per Nicola Buracchio, storico sindaco di Chieti tra il 1960 e il 1968 e anche consigliere comunale a Pescara dal 1970 e al 1975. Chieti ricorda così il sindaco rivale di Remo Gaspari che diede il via all’area industriale dello Scalo e della Val Pescara e che posò la prima pietra dell’università d’Annunzio sotto il segno della collaborazione con Pescara e rinnegando ogni campanile. A decidere che la nuova area di circolazione nella zona Peep di Madonna del Freddo porterà il nome di Buracchio è stata la giunta al completo con il sindaco Umberto Di Primio e tutti gli assessori. A chiedere di dedicare un luogo della città alla memoria dell’ex sindaco Dc erano stati la delegazione teatina del Comitato delle città unite (Cicu) di Abruzzo e Molise, il centro studi Spezioli di Chieti e il comitato Val Pescara sviluppo socio-economico di Chieti. Secondo la delibera, Buracchio, zio dell’ex sindaco e attuale segretario cittadino dell’Udc Andrea, è uno dei «personaggi» che hanno contribuito alla «vita di Chieti».
Buracchio, di certo, è stato un sindaco amato: ha guidato la città per due mandati in un periodo storico in cui il prestigio di Chieti era fuori discussione. Fu tra i primi a intuire le possibilità dell’area metropolitana e l’impegno per l’università, gomito a gomito con l’allora sindaco di Pescara Antonio Mancini, ne è una prova.
Al termine del secondo mandato, nel 1968, Buracchio stava per candidarsi alla Camera dei deputati: fino alla notte prima della presentazione delle liste, la sua candidatura era certa ma, poi, con un diktat dell’ultima ora di Gaspari, il suo nome fu depennato. E infatti gli esponenti politici del tempo ricordano ancora che, in quelle elezioni, la lista della Dc a Chieti era composta di soli 4 nomi anziché 5. La leggenda dice che Gaspari temesse Buracchio, avvocato di razza con la dote della mediazione, uno che avrebbe potuto fargli ombra nel panorama politico nazionale. La città, però, si schierò decisa con Buracchio, vicino alla corrente di Lorenzo Natali, e, durante una visita, contestò apertamente Gaspari. Una protesta che, nell’immediato, Gaspari si segnò al dito ma la frattura fu ricomposta subito dopo.
Passata la beffa delle elezioni sfumate, la carriera politica di Buracchio proseguì a Pescara: si candidò al consiglio comunale nel 1970 e, poi, divenne capogruppo della Dc. Un ex sindaco di Chieti consigliere a Pescara: oggi, una cosa del genere sarebbe impossibile. Dopo 5 anni in consiglio, Buracchio lasciò progressivamente l’attività politica: nel 1982, all’età di 53 anni, morì lasciando la moglie Giuliana Taralli, anche lei deceduta, e i 4 figli, il primogenito Michele, direttore amministrativo del quotidiano Il Foglio, Massimo, funzionario della Confindustria, l’architetto Lorenzo, e Francesca, deceduta prematuramente. (p.l.)