“Arcunt...” il film girato a Catignano su D’Annunzio e Tommaso Cascella 

La pellicola diretta da Milo Vallone, da un testo scovato dal commissario-scrittore Ennio Di Francesco 

«Che t'hanne fatte... Arcunte... Arcunte a me». Parigi, dicembre 1914. Così, un affettuoso, Gabriele d'Annunzio si rivolse a Tommaso Cascella che gli chiedeva aiuto per salvarsi da sicura fucilazione mentre era imprigionato, con l'accusa di spionaggio, nelle patrie galere francesi, prima a St. Cloud e poi a “Versaglia”. Erano i giorni di Natale. Il pittore Tommaso Cascella, all'epoca 23enne, fu inviato, in terza classe Pescara-Parigi, sul fronte franco-tedesco dal padre Basilio affinché raccontasse la guerra attraverso i disegni da pubblicare sulla rivista d'arte di famiglia La Grande Illustrazione. Ma in trincea fu fatto prigioniero da «due soldatoni incappucciati e col fucile spianato» e trascinato in gattabuia «bendato e ammanettato» alla vigilia di Natale. In quelle ore di angoscia e paura, Cascella, con la complicità di una sentinella di origini siciliane, mossa a compassione per la sua sorte, dal quale si fa dare carta e matita, chiede aiuto al Vate immerso, ormai da quattro anni, nel suo esilio dorato in rue Geoffry L'Asmier, a Notre Dame. Il Poeta, usando la sua influenza, scriverà una lettera al governatore di Parigi, generale Gallieni, nella quale implora la grazia per il suo amico pescarese. Mostrandogli immensa «reconnaissance», firma la missiva, datata 29 dicembre 1914, «Votre toujours, Gabriele D'Annunzio».
Cascella, in seguito racconterà l'accaduto e lo scampato pericolo nelle sue memorie, un libello «grigio e polveroso», scovato da Ennio Di Francesco, già commissario della polizia di Stato e autore del Vate e lo sbirro, che affida il materiale a Milo Vallone. Il regista pescarese trasforma questo pezzo di storia, con i dialoghi sceneggiati da Silvano Console, in una cineprosa di 60 minuti dove le immagini filmate si fondono alla fiction teatrale.
Il film, intitolato, appunto, Arcunt.. è stato girato a Catignano, con l'aiuto del consigliere comunale Annalisa Piermattei che ha rintracciato la location adatta, una antica taverna nella dimora di Sofia, Berardo e Giulia Di Giandomenico, a ricreare le atmosfere di una cella e della casa bottega dei Cascella. Con Milo Vallone regista e voce narrante del Cascella adulto, nel cast Pascal Di Felice che interpreta il giovane Tommaso; Luca Lamponi De Paoli nella parte di d'Annunzio con Angelo Del Romano, Piero Montesi, Francesco Sarmiento, Dana Gasparro, la costumista Alessandra Finocchio. Il docufilm, girato col sostegno della fondazione del Vittoriale, presieduta da Giordano Bruno Guerri, sarà presentato in anteprima nazionale il 5 settembre durante il Festival dannunziano, all'Aurum. Vallone, che oggi terminerà le riprese a Catignano, ringrazia Di Francesco e Console, esperti dannunziani, per aver «segnalato e sceneggiato, ognuno per la sua parte, quest'opera di straordinaria bellezza e pathos, raccontata tra schermo e palcoscenico consentendoci di superare i limiti narrativi, per farla conoscere al grande pubblico». Di Francesco: «Dopo aver letto il libello ero rimasto affascinato da quella vicenda, di arte e generosità, risalente a oltre cento anni fa. Negli anni parigini dell'Interpol ero stato in quelle zone: Saint Cloud, Boulevard Saint Michel. In un magico percorso dell'anima, immaginavo quel giovane artista inviato nel 1914 da papà Basilio al fronte, per descrivere e disegnare l'atmosfera di guerra tra Francia e Germania, attraverso La grande illustrazione con cui l'esigente "maestro", dalla piccola lito-tipografia a destra del fiume Pescara, informava il mondo». «Quel libretto», prosegue Di Francesco, «materializzava in me, cuore nomade, la frase che leggevo ogni volta tornando a Pescara riportata all'ingresso della casa del Vate: "Porto la terra d'Abruzzo, il limo della mia foce, alla suola delle mie scarpe, al tacco dei miei stivali".
Console, infine, rivela che «la cartolina illustrata fu inventata dai Cascella nel laboratorio di via Marconi a Pescara».
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