Cocciolito: «Vi racconto i miei primi dieci anni con i Solisti Aquilani»
Il direttore artistico della prestigiosa orchestra fa il bilancio «Bayreuth, Parigi, il Quirinale: per noi risultati straordinari»
L’AQUILA. «Abbiamo tutti insieme raggiunto traguardi importanti, quasi inaspettati. Nei dieci anni appena trascorsi i Solisti Aquilani hanno ripreso un’attività nazionale e internazionale straordinaria». Maurizio Cocciolito, nel fare il bilancio dei suoi primi dieci anni alla direzione artistica dell’antica e prestigiosa orchestra aquilana, non scinde la sua persona dall’istituzione e i suoi musicisti, professori magnifici che portano la cultura e il nome del capoluogo regionale e dell’Abruzzo nel mondo. Nell’ultimo decennio, sotto la direzione del maestro Cocciolito, che per ventidue anni è stato presidente e direttore artistico a Teramo della Società della musica e del teatro Primo Riccitelli, è continuata la grande tradizione concertistica e produttiva dei Solisti, orchestra costituita nel 1968 dal maestro Vittorio Antonellini, su ispirazione e con la collaborazione dell’avvocato Nino Carloni, già fondatore nel 1946 della Società dei concerti Barattelli a L’Aquila.
«Per avere un’idea del percorso nell’ultimo decennio basti pensare alle città in cui i Solisti hanno suonato, invitati dalle maggiori istituzioni musicali», prosegue Cocciolito, pianista, direttore d’orchestra e docente nel conservatorio aquilano Casella. «Berlino, Parigi, Strasburgo, Istanbul, Lubiana, le capitali baltiche, Bayreuth, tempio tedesco della musica, a Bruxelles nella sede del Parlamento europeo, a Roma nella Camera dei deputati e per tre volte al Quirinale, di cui una in diretta su Raiuno per la Festa della Repubblica il 2 giugno, e poi Milano, Napoli, Palermo, Torino. E i festival più importanti, Stresa, Ravello, i Cantieri di Montepulciano, Taormina».
Qual è l’aspetto più piacevole del suo impegno?
«I Solisti sono un ente di produzione e proprio per questo la direzione è un’attività molto stimolante. Devi confrontarti ogni giorno con realtà e artisti diversi. È sempre una scoperta e questo è affascinante».
E gli aspetti negativi?
«È chiaro che tutto è perfettibile, ma sono stati anni di grande soddisfazione. Piccoli incidenti possono sempre capitare, ma nulla di particolare. A parte, ovvio, il periodo della pandemia. Ma annullamenti e rinvii sono capitati a tutti. Abbiamo dovuto annullare diversi recital con John Malcovich, alla Royal Albert Hall di Londra e al Parco della Musica a Roma».
Avete da poco chiuso a L’Aquila la rassegna “Musica per la città”. Come ha risposto il pubblico in una città che ha già le sue stagioni?
«Non abbiamo inteso fare una terza stagione concertistica, non avrebbe avuto senso, a L’Aquila ci sono già la stagione della Società Barattelli e quella dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese. Ma era giusto che gli aquilani conoscessero l’attività dei Solisti attraverso una vetrina delle principali produzioni che l’orchestra porta in tutta Italia e all’estero. La città ha risposto molto bene. L’auditorium del Parco era sempre pieno. Abbiamo sentito la vicinanza del pubblico aquilano. In città c’è una sensibilità musicale molto forte, pure da parte delle istituzioni locali».
A proposito di istituzioni, come sono i rapporti con le altre realtà musicali e culturali e con gli enti ammnistrativi?
«Molto buoni. All’Aquila è importante la collaborazione tra istituzioni musicali. “Musica per la città” era in collaborazione con la Barattelli. A luglio, come avviene da anni, i Solisti parteciperanno ai Cantieri dell’Immaginario, calendario di concerti e spettacoli realizzati tra le associazioni del territorio, in grande condivisione. Quest’anno collaboreremo col Teatro Stabile d’Abruzzo».
Quali iniziative avete in programma per la stagione estiva?
«Il 31 luglio i Solisti suoneranno al Vittoriale, a Gardone Riviera, con la direzione di Beatrice Venezi, bacchetta da tempo al fianco della nostra orchestra, e voce recitante l’attore Giorgio Pasotti, direttore artistico del Tsa. È uno spettacolo dedicato a Gabriele D’Annunzio nel 160° della nascita. L’idea è nata a settembre, quando fummo ospiti del Festival Dannunziano e ne parlai con Venezi e Giordano Bruno Guerri, direttore del Vittoriale, entrambi a Pescara. Lo spettacolo sarà il 27 luglio al Festival di Taormina e il 30 a L’Aquila ai Cantieri. Prima, però, il 4 luglio suoneremo al Festival di Riga per un progetto europeo di cui siamo partner, dedicato a compositori imprigionati nei lager nazisti. A settembre saremo di nuovo al Festival Dannunziano col tenore Gianluca Terranova e un concerto dedicato al 150° della nascita di Enrico Caruso e a D'Annunzio».
Nei giorni scorsi i Solisti hanno presentato “Castelli di memorie”. Qual è lo spirito di un progetto che vi porterà in dieci paesi del cratere sismico aquilano?
«È un progetto finanziato dal Mase, ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, con il bando per iniziative sostenibili a livello ambientale, culturale, economico. Lo spirito è recuperare memoria e risorse dei luoghi per farli rinascere e crescere rispettando le tradizioni. Ricostruzione culturale e sociale delle comunità, oltre a quella materiale. Dal 9 luglio al 27 agosto nei dieci paesi ci saranno varie iniziative. I Solisti Aquilani hanno approfondito il tema dello sviluppo sostenibile con l’esecuzione delle Quattro Stagioni di Vivaldi per sensibilizzare sui pericoli dei cambiamenti climatici. Il cd ha avuto 4 milioni di ascolti su Spotify. Abbiamo scelto questo capolavoro come programma per i concerti nel territorio. Solista e concertatore è il primo violino Daniele Orlando, punto fondamentale dell’orchestra e della sua intera attività».
Segue l’attività della Società Riccitelli, sua casa per oltre un ventennio? «
A Teramo sto pochissimo, però li seguo. È un’attività distante dalle mie idee, ma i cambiamenti sono fondamentali, è giusto che sia così. Nella Riccitelli ci sono grandi professionisti che vanno avanti, giustamente, con le loro idee. Piuttosto mi auguro che Teramo possa riavere un luogo per i concerti. Una carenza che, da teramano, mi preoccupa molto».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Per avere un’idea del percorso nell’ultimo decennio basti pensare alle città in cui i Solisti hanno suonato, invitati dalle maggiori istituzioni musicali», prosegue Cocciolito, pianista, direttore d’orchestra e docente nel conservatorio aquilano Casella. «Berlino, Parigi, Strasburgo, Istanbul, Lubiana, le capitali baltiche, Bayreuth, tempio tedesco della musica, a Bruxelles nella sede del Parlamento europeo, a Roma nella Camera dei deputati e per tre volte al Quirinale, di cui una in diretta su Raiuno per la Festa della Repubblica il 2 giugno, e poi Milano, Napoli, Palermo, Torino. E i festival più importanti, Stresa, Ravello, i Cantieri di Montepulciano, Taormina».
Qual è l’aspetto più piacevole del suo impegno?
«I Solisti sono un ente di produzione e proprio per questo la direzione è un’attività molto stimolante. Devi confrontarti ogni giorno con realtà e artisti diversi. È sempre una scoperta e questo è affascinante».
E gli aspetti negativi?
«È chiaro che tutto è perfettibile, ma sono stati anni di grande soddisfazione. Piccoli incidenti possono sempre capitare, ma nulla di particolare. A parte, ovvio, il periodo della pandemia. Ma annullamenti e rinvii sono capitati a tutti. Abbiamo dovuto annullare diversi recital con John Malcovich, alla Royal Albert Hall di Londra e al Parco della Musica a Roma».
Avete da poco chiuso a L’Aquila la rassegna “Musica per la città”. Come ha risposto il pubblico in una città che ha già le sue stagioni?
«Non abbiamo inteso fare una terza stagione concertistica, non avrebbe avuto senso, a L’Aquila ci sono già la stagione della Società Barattelli e quella dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese. Ma era giusto che gli aquilani conoscessero l’attività dei Solisti attraverso una vetrina delle principali produzioni che l’orchestra porta in tutta Italia e all’estero. La città ha risposto molto bene. L’auditorium del Parco era sempre pieno. Abbiamo sentito la vicinanza del pubblico aquilano. In città c’è una sensibilità musicale molto forte, pure da parte delle istituzioni locali».
A proposito di istituzioni, come sono i rapporti con le altre realtà musicali e culturali e con gli enti ammnistrativi?
«Molto buoni. All’Aquila è importante la collaborazione tra istituzioni musicali. “Musica per la città” era in collaborazione con la Barattelli. A luglio, come avviene da anni, i Solisti parteciperanno ai Cantieri dell’Immaginario, calendario di concerti e spettacoli realizzati tra le associazioni del territorio, in grande condivisione. Quest’anno collaboreremo col Teatro Stabile d’Abruzzo».
Quali iniziative avete in programma per la stagione estiva?
«Il 31 luglio i Solisti suoneranno al Vittoriale, a Gardone Riviera, con la direzione di Beatrice Venezi, bacchetta da tempo al fianco della nostra orchestra, e voce recitante l’attore Giorgio Pasotti, direttore artistico del Tsa. È uno spettacolo dedicato a Gabriele D’Annunzio nel 160° della nascita. L’idea è nata a settembre, quando fummo ospiti del Festival Dannunziano e ne parlai con Venezi e Giordano Bruno Guerri, direttore del Vittoriale, entrambi a Pescara. Lo spettacolo sarà il 27 luglio al Festival di Taormina e il 30 a L’Aquila ai Cantieri. Prima, però, il 4 luglio suoneremo al Festival di Riga per un progetto europeo di cui siamo partner, dedicato a compositori imprigionati nei lager nazisti. A settembre saremo di nuovo al Festival Dannunziano col tenore Gianluca Terranova e un concerto dedicato al 150° della nascita di Enrico Caruso e a D'Annunzio».
Nei giorni scorsi i Solisti hanno presentato “Castelli di memorie”. Qual è lo spirito di un progetto che vi porterà in dieci paesi del cratere sismico aquilano?
«È un progetto finanziato dal Mase, ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, con il bando per iniziative sostenibili a livello ambientale, culturale, economico. Lo spirito è recuperare memoria e risorse dei luoghi per farli rinascere e crescere rispettando le tradizioni. Ricostruzione culturale e sociale delle comunità, oltre a quella materiale. Dal 9 luglio al 27 agosto nei dieci paesi ci saranno varie iniziative. I Solisti Aquilani hanno approfondito il tema dello sviluppo sostenibile con l’esecuzione delle Quattro Stagioni di Vivaldi per sensibilizzare sui pericoli dei cambiamenti climatici. Il cd ha avuto 4 milioni di ascolti su Spotify. Abbiamo scelto questo capolavoro come programma per i concerti nel territorio. Solista e concertatore è il primo violino Daniele Orlando, punto fondamentale dell’orchestra e della sua intera attività».
Segue l’attività della Società Riccitelli, sua casa per oltre un ventennio? «
A Teramo sto pochissimo, però li seguo. È un’attività distante dalle mie idee, ma i cambiamenti sono fondamentali, è giusto che sia così. Nella Riccitelli ci sono grandi professionisti che vanno avanti, giustamente, con le loro idee. Piuttosto mi auguro che Teramo possa riavere un luogo per i concerti. Una carenza che, da teramano, mi preoccupa molto».
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