Sulmona

Caso revenge porn, padre in caserma per testimoniare sul video hard: dal telefono dei figli indizi utili alle indagini

20 Settembre 2025

 Il 50enne ha esibito lo screenshot delle conversazioni che proverebbero ulteriori scambi tra giovani

SULMONA. Arriva sul tavolo dei carabinieri della Compagnia di Sulmona la deposizione sul caso di revenge porn.

Ieri mattina un 50enne si è presentato nella caserma di via Sallustio per mettere nero su bianco ciò che aveva scoperto, ovvero che la figlia potrebbe aver ricevuto un video con contenuti sessualmente espliciti.

Dopo la vicenda della dodicenne abusata e ricattata, l’uomo si è sentito in dovere di avvisare i militari della circostanza. Il 50enne ha così consegnato ai carabinieri lo screenshot delle conversazioni che ha trovato sul telefono del figlio 14enne dove, nella messaggistica di whatsapp, si evince che la figlia potrebbe essere in possesso di filmati. Per questo ha deciso di denunciare il caso a tutela della figlia, della dodicenne e delle tante vittime sommerse di un fenomeno a quanto pare dilagante tra i giovanissimi.

Toccherà ora ai carabinieri effettuare tutti gli accertamenti per risalire al video incriminato. Intanto ieri è stato conferito un ulteriore incarico al perito, Vincenzo Corso, per l’analisi dei dispositivi in uso ai tre indagati per violenza sessuale aggravata e produzione di materiale pornografico. Si tratta di tablet, pc e telefoni cellulari. Ci vorrà almeno un mese per avere il quadro completo della situazione e ricostruire la rete di contatti che hanno ricevuto e inoltrato il video della dodicenne, incappando nel reato che punisce gli autori con una pena da uno a sei anni di reclusione. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta dalla Procura del tribunale per i minorenni dell’Aquila che ha iscritto sul registro degli indagati un 14enne, un 17enne e un 18enne, quest’ultimo indagato anche dalla Procura della Repubblica di Sulmona. I fatti sarebbero avvenuti da luglio 2023 a luglio 2023. La dodicenne, che all’epoca aveva appena dieci anni, sarebbe stata invitata nei pressi del giardino del parcheggio di Santa Chiara dove si sarebbe consumato un atto sessuale forzato, immortalato con un telefono. Poi i ricatti: «Se parli facciamo vedere a tutti quello di cui sei stata capace». Lo scorso luglio la ragazzina ha scoperto di essere stata vittima di revenge porn e ha chiamato il 114, il numero di emergenza riservato esclusivamente ai minori vittime di abusi. È scattata quindi la trafila delle indagini e la presa in carico del centro antiviolenza. Per gli indagati, difesi dagli avvocati Alessandro Scelli, Alessandro Margiotta e Raffaella D’Amario, erano invece scattate le perquisizioni dopo i decreti emessi dal sostituto procuratore per i minorenni, Angela D’Egidio e dal sostituto procuratore della Repubblica, Edoardo Mariotti. I familiari della vittima si sono affidati all’avvocata Maria Grazia Lepore.

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