I pm: «Del Corvo ha causato gravi danni»

2 Agosto 2013

Cinque le contestazioni per il presidente della Provincia indagato anche per aver procurato vantaggi alle ditte

di Enrico Nardecchia

L’AQUILA

«Grave danno per l’ente pubblico». Così scrivono tre pubblici ministeri sotto il capo G della sfilza di accuse. Sono cinque le contestazioni al presidente dell’amministrazione provinciale di centrodestra Antonio Del Corvo esponente del Pdl finito sotto inchiesta (con altre 26 persone) nell’ambito della vicenda legata agli appalti delle scuole di Avezzano. La Procura distrettuale antimafia dell’Aquila contesta a Del Corvo i reati di truffa aggravata, tentata truffa aggravata, falso ideologico, abuso d’ufficio (due distinte contestazioni). L’abuso d’ufficio – in concorso con l’ex direttore generale della Provincia Valter Angelo Specchio, per i pm è consistito nel fatto che i due, «violando la normativa di settore relativamente ai limiti di spesa, alla scelta del contraente e alla necessaria ricorrenza dei requisiti di pericolo per la pubblica incolumità...nonché in violazione della disciplina emergenziale post-sisma che aveva espressamente previsto deroghe al codice degli appalti pubblici solo e con esclusivo riferimento ai lavori di messa in sicurezza degli edifici scolastici danneggiati dal sisma e non anche alla sistemazione provvisoria (cosiddetta “ospitalità”) degli studenti e non comprendeva comunque deroga alcuna alla procedura di “scelta del contraente”, procuravano intenzionalmente» a società ed enti «un vantaggio patrimoniale ingiusto conseguente agli affidamenti diretti». Nel capo G i pm fanno riferimento al vantaggio della società Sege consistito «nella rivalutazione dell’immobile a seguito dell’esecuzione dei lavori di ristrutturazione e manutenzione straordinaria (tale da renderlo attualmente locato al canone mensile di 4700 euro a esercizio commerciale) e nel canone di locazione pagato e grave danno per l’ente pubblico pari a un importo di 53800 euro (canone di locazione) e almeno 500mila euro (lavori di ristrutturazione).

I PRECEDENTI. «Questo ambiente qua è un ambiente di delinquenti». Così parlò, non sapendo di essere intercettato, un geometra della Provincia (non indagato) che si sfogava parlando con un collega di appalti per l’acquisto di mezzi spazzaneve. Più avanti la conversazione prosegue e si fa riferimento in maniera esplicita a tre ditte che sarebbero ricorse a elargizioni di denaro, tuttavia non accettate, per ottenere i lavori.

LE REAZIONI. Rifondazione comunista, attraverso una nota del segretario regionale Marco Fars e del segretario provinciale Silvano Di Pirro, afferma di «accogliere positivamente l’iniziativa della magistratura in merito all’inchiesta sul Pollione. Rispetto a un ceto politico privo di senso del pudore, la doverosa indagine della Procura supplisce alle carenze della politica politicante. Come Prc circa un anno fa denunciammo quanto avveniva e sollecitammo il consiglio provinciale a intervenire in maniera fattiva e concreta, data la commistione e le “affinità elettive” tra l’allora direttore generale Valter Specchio e il presidente Del Corvo, ma nulla fu fatto. Ricordiamo che il direttore generale è persona di fiducia ed espressamente nominato dal presidente. Che Del Corvo sia indagato per noi non è certo una sorpresa, anzi eravamo talmente consapevoli che qualcosa non funzionasse che lo dichiarammo pubblicamente ancor prima dell’arresto di Specchio. Con lo Scientifico ancora lontano dall’essere riaperto e con i ragazzi ancora senza una sede, il problema della Provincia non sono le indagini dei magistrati ma il rapporto politica-affari».

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