Mega fast food, il no delle associazioni
La Confesercenti: «Meglio valorizzare le trattorie». La Cgil: «Così si chiudono le attività più piccole»
AVEZZANO. L'arrivo dei colossi del fast food mondiale in città non ricevono l'approvazione di sindacati e associazioni di categoria. Dopo Mc Donald's anche Burger King e Old Wild West stanno conducendo delle indagini di mercato nel territorio per capire se Avezzano e il suo bacino hanno i numeri per poter ospitare dei punti ristoro. Se l'assessore alle Attività produttive, Roberto Verdecchia, si è detto soddisfatto per questo interessamento delle società internazionali ad Avezzano, i rappresentanti delle associazioni di categoria e le parti sociali la pensano diversamente.
«In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo non possiamo fare discriminazioni sulle potenzialità lavorative», ha commentato il direttore di Confesercenti, Carlo Rossi, «lo sviluppo delle nostre terre non dovrebbe essere legato a queste catene, ma alla valorizzazione di prodotti tipici locali. Ben vengano questi tipo di fast food, che portano anche lavoro nel territorio, ma secondo la nostra associazioni sarebbe più opportuno che le amministrazioni puntassero sulla valorizzazione delle locande e delle trattorie tipiche per degustare e dare maggiore lustro ai prodotti tipici locali». I due colossi del cibo veloce stanno studiando il territorio per capire dove è più opportuno collocarsi. Mentre Mc Donald's ha scelto le porte della città, a due passi dall'uscita dell'autostrada e dell'area commerciale, Burger King e Old Wild West stanno valutando via XX Settembre dove sorgerà un nuovo centro commerciale. «Attualmente siamo in una situazione in cui c'è un sovradimensionamento di tutte le attività di commercio e servizio», ha precisato Emilio Speca, Filcams-Cgil, «nella Marsica non viene seguita nessuna logica e quindi si rischia che per sopravvivere si aumentino i prezzi. Tutti i centri commerciali che si aprono devono essere controllati perché il mercato non si può allargare. Spostare all'esterno le attività commerciali e creare una finta occupazione, perché si apre un negozio nuovo in periferia e automaticamente se ne chiude un altro in centro, è del tutto sconveniente. Ci deve essere un aumento della qualità che possa viaggiare parallelamente con quello economicità, altrimenti sarà un massacro. Per l'occupazione, poi, è solo un fuoco di paglia perchè l'apertura di nuove attività è precedente alla chiusura di altre già esistenti».
Eleonora Berardinetti
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