Morto dopo il ricovero, blitz in ospedale

Acquisite le cartelle cliniche del giovane operaio Asm molto conosciuto a Roio. Oggi alle 11 l’addio nella chiesa della frazione

L’AQUILA. La morte improvvisa del giovane dipendente dell’Asm Stefano Arcangeli avrà una coda giudiziaria.

Infatti l’altra mattina infatti, nell’obitorio dell’ospedale San Salvatore è stata fatta l’autopsia disposta dalla Procura della Repubblica, i cui esiti saranno noti tra novanta giorni.

Arcangeli, 39 anni, residente a Roio, è morto in casa forse per un infarto ma poco prima era stato in ospedale, sempre per un malore, ed era stato dimesso.

L’autopsia, dunque, ha lo scopo di chiarire se si tratta di un decesso dovuto a cause imponderabili o se, al contrario, ci sia stata una valutazione discutibile delle sue condizioni cliniche e dunque si potrebbe ravvisare la colpa medica.

Comunque, su delega del pm Simonetta Ciccarelli,gli agenti della squadra Mobile, coordinata dal sostituto commissario Sabatino Romano, hanno acquisito le cartelle cliniche nel reparto di Cardiologia. Al momento si procede per omicidio colposo contro ignoti,

Il giovane, più in particolare, tempo addietro ha avuto un infarto, è stato operato alle coronarie e poi dimesso visto che sembrava essere in buone condizioni. Due giorni fa, purtroppo, è stato trovato senza vita in casa.

I funerali si terranno oggi alle 11 nella chiesa parrocchiale di Roio e saranno celebrati da don Osman Prada.

Una tragedia che ha lasciato di sasso sia la comunità di Roio sia i colleghi. Lo stesso parroco ne ha elogiato il comportamento di persona al tempo stesso «gradevole e schiva». Scossi anche i dipendenti dell’Asm che di certo non ipotizzavano un epilogo simile. Ieri, infatti, il presidente dell’Asm Luigi Fabiani ha rinnovato il cordoglio ai familiari. «Era un ragazzo bravissimo», ricorda il collega di lavoro nel servizio di raccolta dei rifiuti porta a porta, Elia Serpetti, presidente dell’amministrazione dei beni separati di Arischia. «Non si tirava mai indietro quando si doveva fare un’operazione difficile o faticosa. Era una persona riservata che anche se poteva avere qualche problema, come accade a chiunque, non lo faceva pesare».

«Era stato in ospedale alcuni giorni», conclude, «e dopo che lo avevano dimesso pensavamo che il peggio fosse passato e che sarebbe tornato tra di noi in tempi brevi. Poi, invece, è arrivata la ferale notizia. Siamo vicini ai familiari».

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