Scoperta all'Aquila la "fabbrica" delle fideiussioni false: 3 arresti

Oltre mille polizze inesistenti: tra gli enti truffati la regione Abruzzo e il comune dell'Aquila insieme alle aministrazioni regionali siciliane e trentine

L'AQUILA. Oltre 1.100 polizze fideiussorie false emesse in tutta Italia nei confronti di enti pubblici, tra cui Prefetture, Ministeri, Regioni e privati, da una società non autorizzata all'esercizio per un capitale coperto fittiziamente di 170 milioni di euro, un'attività illecità che ha fruttato premi per circa 3 milioni per polizze inesistenti: la Guardia di Finanza dell'Aquila sta eseguendo tre misure cautelari, un arresto in carcere e due ai domiciliari, nei confronti dell'amministratore delegato, del presidente del Collegio sindacale e del presidente del Consiglio d'Amministrazione della Confideuropa S.c.p.a., con sede legale a L'Aquila ed unità operativa a Colleferro (Roma). Le accuse principali sono di truffa aggravata, associazione per delinquere e abusiva attività finanziaria.

Tra gli enti truffati, numerosi dei quali anche con polizze escusse, naturalmente senza successo, figurano le Regioni Sicilia, Trentino ed Abruzzo e il Comune dell'Aquila. La rete di clienti era così estesa perchè i costi erano al di sotto della media di mercato. Coinvolta nell'inchiesta una quarta persona nella sua qualità di sindaco supplente della Confideuropa S.c.p.a., sulla quale pende un provvedimento di divieto dell'esercizio dell'attività professionale. Nelle misure emesse dal Gip del tribunale dell'Aquila su richiesta del sostituto procuratore Stefano Gallo, ai quattro indagati vengono contestati anche le ipotesi di reato di false comunicazioni sociali, formazione fittizia del capitale, ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza e di dichiarazione infedele.

Le indagini portate avanti dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria guidati dal colonnello Sergio Aloia sono scattate con un'ispezione antiriciclaggio avviata dagli investigatori delle Fiamme gialle nell'aprile del 2014, a seguito di due segnalazioni: l'una proveniente dalla Banca d'Italia, su un presunto esercizio abusivo dell'attività svolta dalla Confideuropa S.c.p.a. e l'altra dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, su alcune operazioni bancarie sospette poste dal presidente del Consiglio d'Amministrazione.

A quel punto è emerso che la società controllata, in assenza dei requisiti richiesti dalla legge, aveva emesso un numero elevatissimo di fideiussioni. È stato accertato anche che le garanzie erano state prestate in favore di soggetti fisici e giuridici non consociati ed enti pubblici vari in palese violazione delle norme contenute nel Testo Unico Bancario che consentono ai cosiddetti confidi minori, come è la Confidieuropa, di garantire soltanto i consociati. La S.c.p.a., finita nella bufera, così operando, oltre ad esercitare abusivamente l'attività finanziaria, si sottraeva alla vigilanza della Banca D'Italia, occultando, di fatto, il reale oggetto sociale.