Escursionisti: stop ai risarcimenti “facili”, chi va sui monti sa cosa rischia

Introdotto il comportamento colposo dell’escursionista, vale un «principio di autoresponsabilità». Marinucci (Cai L’Aquila): «Così si ha una fruizione consapevole e informata dei percorsi escursionistici»
Arriva la nuova legge sulla montagna, approvata dal parlamento, 30 anni dopo l’ultimo testo. Tra le tante novità introdotte anche disposizioni che interessano l’attività escursionistica e tutti i fruitori delle zone montane: da chi vi si reca per una semplice passeggiata, a chi pratica attività più impegnative o utilizza la mountain bike. Cambiano, infatti, le eventuali responsabilità – civili e penali – legate a incidenti avvenuti lungo la rete sentieristica. In altre parole «chiunque pratica attività sportiva o ricreativa in ambiente montano lo fa sotto la propria responsabilità e si assume eventuali rischi». Un provvedimento che introduce il cosiddetto «principio di autoresponsabilità» e, nella maggior parte dei casi, svincola dal rischio di risarcimento danni i Comuni e gli Enti parco. La nuova norma è stata accolta favorevolmente dal Cai: «Una legge», sottolinea Ugo Marinucci, presidente Cai dell’Aquila, «utile a riportare dentro una giusta logica la pratica della montagna. Altrimenti, saremmo arrivati a precludere interi tratti di territorio per evitare il rischio di incidenti».
RESPONSABILITà PERSONALE
È il passaggio più delicato. Quello dell’articolo 22 che reca disposizioni in merito alle attività escursionistiche «al fine di promuovere la fruizione consapevole e informata dei percorsi escursionistici, la sicurezza e l’incolumità dei fruitori dei percorsi escursionistici» ed esclude «la possibilità di risarcimento per danni in caso di incidente su un percorso escursionistico, sulle strade e piste forestali e silvo-pastorali, pubbliche e private, site nei comuni montani, in conseguenza di un comportamento colposo dell’escursionista stesso». Viene riconosciuto, in particolare, «il ruolo dell’attività escursionistica quale strumento fondamentale per la tutela e la promozione del patrimonio ambientale, paesaggistico e storico-culturale dei territori in cui si svolge, nonché per la diffusione di un turismo sostenibile» e viene promossa «la fruizione consapevole e informata dei percorsi escursionistici, al fine di garantire la sicurezza e l'incolumità».
IL CAI: NOI FAVOREVOLI
«È un testo che, anche come Cai», spiega Marinucci, «andremo ad approfondire sviscerandone i vari aspetti. Uno dei passaggi centrali riguarda il concorso di colpa dell’escursionista: un provvedimento che accolgo con favore, in quanto relativo al riconoscimento dell’autoresponsabilità di chiunque frequenta la montagna, senza distinzione alcuna tra una semplice passeggiata e l’escursionismo a quote elevate. Fa eccezione, invece, l’alpinismo che richiede particolari abilità».
COSA CAMBIA
«La legge», sottolinea Marinucci, «oltre a inserire il concorso di colpa di chi fruisce dei sentieri di montagna, promuove la tutela degli enti proprietari. Troppi gli incidenti in montagna che, in alcuni casi, hanno indotto gli enti territoriali, Comuni e Parchi, a chiudere dei sentieri in determinati periodi dell’anno o in particolari circostanze, proprio per evitare responsabilità civili e penali. Vengono, così, interdetti interi tratti di territorio meraviglioso. Finora la logica era quella di applicare regole urbane anche in montagna: bastava un semplice incidente per richiedere un risarcimento. La nuova norma introduce il concorso di colpa per capire il grado di responsabilità di chi si mette a rischio». Gli incidenti in montagna si sono moltiplicati. «Chi frequenta zone montane deve capire che occorre precauzione», conclude Marinucci, «ci sono pericoli oggettivi, come il cambiamento del tempo o l'utilizzo di attrezzature poco adatte e pericoli soggettivi come la sottostima delle proprie capacità».
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