Polizia postale

GLI EFFETTI DEL COVID / BOOM DI RAGGIRI

Falsi ristori e buoni spesa: scoperte le nuove truffe 

La polizia postale mette in guardia i cittadini: ecco i trucchi per spillare soldi 

PESCARA. Con il Covid l'uso di cellulari, tablet e pc è aumentato in maniera esponenziale. Dovendo obbligatoriamente stare a casa, il tempo che si passa sulla "rete" è sempre maggiore e, di pari passo, cresce anche il pericolo delle truffe o comunque la possibilità di finire nelle mani (esperte) di malintenzionati.
Troppo spesso, chi punta a fare soldi approfitta delle persone di una certa età, isolate proprio a causa della pandemia e quindi sofferenti per la solitudine, e dello stato di necessità economica che è stato generato, anche quello, dalla crisi portata dal coronavirus.
LE INSIDIE DELLA RETE Si registrano, cioè, fenomeni alimentati dal periodo che si sta vivendo, e la polizia postale, guidata da Elisabetta Narciso, spiega con alcuni esempi pratici quali possono essere le insidie della "rete" e come ci si può difendere. Lo fa insieme a Manuela Carulli e Alessandro Clementi, in rappresentanza rispettivamente del settore operativo polizia giudiziaria e della sezione tutela minori e sicurezza cibernetica. Un dato solo per fotografare la fase attuale: da gennaio sono stati creati 16mila siti legati alla parola Covid, alcuni dei quali per diffondere fake news. L'attenzione, quindi, deve essere massima.
I BUONI DEL SUPERMERCATO Uno degli ultimi allarmi è scattato per i finti buoni da 500 euro che una catena di supermercati annuncia tramite mail ai clienti in possesso di determinati requisiti. Chi "abbocca" alla truffa e pensa davvero di poter ricevere tutto quel denaro accede al (finto) sito della catena e inserisce, come richiesto, tutti i propri dati, compreso l'Iban, consentendo così ai truffatori di usarlo immediatamente.
RAGGIRI SENTIMENTALI Un capitolo a parte sono le cosiddette "truffe sentimentali". L'ultimo caso si è verificato pochi giorni fa, quando una donna della provincia di Pescara si è rivolta in lacrime alla Polpost dicendo di essersi fatta abbindolare da un uomo che si è presentato come un militare tedesco graduato e ha cercato in tutti i modi di farla invaghire. Quando ha capito di esserci riuscito, ha cominciato a chiedere soldi alla malcapitata usando il pretesto di avere un figlio malato (trucchetto già usato in altri casi). La donna non ci è cascata, non ha versato i soldi richiesti, e ha allertato la polizia postale fornendo il numero di telefono di quello sconosciuto che l'ha contattata tramite Facebook e poi ha usato Whatsapp (ma è possibile che la sua sia solo apparentemente una utenza tedesca, grazie a internet). Lo shock è stato notevole, per la vittima, non solo per le minacce di morte ricevute che riguardavano perfino i figli, ma anche perché la famiglia ha scoperto tutto. E per i poliziotti non è stato semplice tranquillizzarla.
LA TRUFFA NIGERIANA Altre volte il galantuomo di turno, che su Facebook usa sempre la foto di qualcun altro, ha chiesto soldi alla spasimante per acquistare il biglietto aereo e in passato alcuni gruppi specializzati in questi raggiri (la cosiddetta truffa nigeriana) sono stati smantellati nella parte centrale dell'Africa. Le più a rischio sono le donne di età compresa tra 50 e 70 anni che credono davvero di essere amate e invece l'uomo che si è presentato come una specie di principe punta solo ai soldi.
AGENZIA DELLE ENTRATE Tra le e-mail di cui bisogna diffidare ci sono quelle che arrivano dall'Agenzia delle Entrate che rimandano a una pagina web non autentica in cui il cittadino viene invitato a compilare un modulo, se vuole ottenere un presunto ristoro. E' solo un modo per carpire dati personali, una delle truffe del momento.
Quindi la mail va ignorata insieme al link che contiene, anche se appare assolutamente credibile per via del logo dell'Agenzia, che sembra autentico. In caso di dubbi, meglio raggiungere il sito ufficiale dell'Agenzia, all'indirizzo www.agenziaentrate.gov.it
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