Il bluff del resort di lusso, coinvolte le star (a loro insaputa)

Travolta e Bocelli usati per far apparire il progetto immobiliare credibile, tra le vittime anche imprenditori di Pescara

PESCARA. Sono 200, per la Guardia di finanza di Varese, le persone truffate dall’organizzazione criminale smantellata nei giorni scorsi e di cui facevano parte anche due promotori finanziari che hanno lavorato a Pescara. Tutte le vittime hanno creduto nella realizzazione del progetto “Puerto Azul”, relativo alla nascita di un resort lussuoso e, dopo aver visto le immagini da sogno di ville e bungalow circondate dal mare, hanno sottoscritto i contratti di investimento immobiliare, impegnando circa 20 milioni di euro.

Per rendere credibile il tutto, l’organizzazione si è avvalsa di roboanti eventi propagandistici e ha coinvolto, tramite di un noto manager, perfino delle star hollywoodiane e artisti internazionali del calibro di John Travolta e Andrea Bocelli. L’immagine di questi personaggi è stata strumentalizzata, a loro insaputa, per far apparire il progetto quanto più serio possibile. Ma queste star, oltre ad essere del tutto estranee al fantomatico progetto, hanno assicurato un contributo alle indagini, andate avanti per un anno.

La rete di cui disponeva l’organizzazione era composta da 40 collaboratori, tra assicuratori, consulenti e promotori finanziari che si sono avvicendati negli anni e hanno raccolto fondi in tutta Italia. Per circuire i clienti, imprenditori o anziani, venivano stipulati contratti simulatori ed artificiosi e i bonifici di chi aderiva al progetto venivano effettuati su conti “di sponda”, interposti tra i conti dell’organizzazione (in Svizzera, Lussemburgo e Belize) e i conti di partenza dei clienti. In questo modo, ritiene la Guardia di finanza, si puntava ad eludere la vigilanza degli istituti di credito in cui lavoravano i promotori e dove si trovava il portafoglio dei clienti. Il denaro raccolto, dopo essere passato su conti correnti in Lussemburgo e Belize, tornava, in buona parte, su conti svizzeri nella disponibilità dell’ideatore dell’organizzazione criminale, DG , che provvedeva, secondo l’accusa, a pagare la “rete di agenti” impegnata nella raccolta dei fondi e soddisfaceva le sue esigenze personali. Contestualmente agli arresti sono stati disposti sequestri per 18 milioni di euro. Questi i reati contestati: truffa aggravata, appropriazione indebita, abusiva attività finanziaria e bancaria, sollecitazione e raccolta abusiva del risparmio, ostacolo alle funzioni di vigilanza, riciclaggio, autoriciclaggio, circonvenzione di incapaci, falso in atti e sostituzione di persona. Gli indagati sono venti.

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