Pescara

Pescara, annullate le elezioni. Si torna al voto in 27 sezioni

26 Giugno 2025

La decisione del Tar: «Innumerevoli irregolarità». Vittoria di Masci in bilico: ipotesi ballottaggio

PESCARA. Pescara resta senza sindaco e senza consiglieri comunali: un anno dopo la vittoria di Carlo Masci di Forza Italia, rieletto alla guida della coalizione di centrodestra al primo turno con una spinta di 584 voti oltre lo scoglio del 50%, arriva il colpo di scena che congela l’amministrazione di una città da 120mila abitanti. Ci sono voluti venti giorni, per scrivere la sentenza di 98 pagine che riporterà al voto il Comune più popoloso d’Abruzzo: il Tar di Pescara ha deciso che gli elettori di 27 sezioni su 171 dovranno votare un’altra volta. Oltre 15mila pescarsi richiamati alle urne: è questo il rimedio a una lunga sequela di «errori fisiologici», commessi magari in buona fede, ma anche di «plichi manomessi» al centro di una contestazione alla Procura: «Gli errori e le omissioni, in urna e fuori urna, nel caso di specie non riguardano poche sezioni, ma la maggior parte di quelle esaminate, come emerge da una lettura della verificazione sezione per sezione», dice la sentenza firmata dal presidente Paolo Passoni dopo un ricorso presentato da due cittadini vicini a Carlo Costantini, candidato del centrosinistra sconfitto.

SCONTRO VERBALE «Il risultato elettorale che ha consentito a Masci di vincere al primo turno non è attendibile, non è genuino e non è veritiero», le prime parole di Costantini. Masci non ci sta: «A una prima lettura la sentenza appare travisare fatti e numeri, è distorta nelle motivazioni, errata nelle conclusioni, ma soprattutto non rispettosa della volontà popolare, dato che il riconteggio dei voti ha confermato la vittoria al primo turno del sindaco con 494 voti in più del 50% (derivante da una vittoria piena in 163 sezioni su 170, oltre il 95% delle sezioni)». E Masci annuncia già il ricorso al Consiglio di Stato. Ma adesso sulle elezioni pescaresi segnate da schede mancanti, non verbalizzate, preferenze non assegnate o dimenticate e plichi strappati, incombe anche un’inchiesta della Procura: il Tar ha girato gli atti proprio alla Procura «per una eventuale verifica, nell’ambito delle proprie competenze, circa la sussistenza di ipotesi di reato».

UN ANNO FA Alle elezioni dell’8 e 9 giugno dell’anno scorso, Masci (Forza Italia) fu rieletto con il 50,95% pari a 31.535 voti, precedendo Costantini con il 34,24% (21.192), il civico Domenico Pettinari (13,08% pari a 8.096 schede) e Gianluca Fusilli di Italia Viva (1,73% pari a 1.070 schede). Alle urne andarono 61.893 pescaresi su 103.216 aventi diritto (affluenza del 61,68%) con 453 schede bianche e 1.771 ritenute non valide. Un soffio di 584 preferenze permise a Masci di spingersi oltre la linea immaginaria del 50% e conquistare la vittoria al primo turno per la seconda volta consecutiva dopo l’affermazione del 2019: un caso unico nella storia amministrativa di Pescara.

IPOTESI BALLOTTAGGIO Ma con la sentenza di ieri tutto torna in discussione, a partire dall’ipotesi del ballottaggio tra Masci e Costantini. Lo dice il Tar calibrando le parole sulla forza dei numeri: «Sommando tutte le schede coinvolte nelle sezioni sopra illustrate, anche con una semplice operazione matematica, il risultato è evidente e supera ampiamente la prova di resistenza (superando nel complesso ampiamente le 1000 unità di schede coinvolte), e ciò senza considerare tutte le ulteriori numerosissime irregolarità che hanno caratterizzato la presente tornata».

LA MAPPA DEL VOTO BIS La mappa delle sezioni che torneranno al voto è questa: 2, 28, 31, 43, 44, 46, 55, 57, 71, 74, 89, 117, 140, 157, 166, 25, 42, 45, 47, 51, 73, 78, 90, 95, 137, 145 e 169. Sono queste le sezioni in cui «il vizio è ritenuto grave, pur se ha coinvolto poche schede». Per le altre 144 sezioni, il risultato resta invariato. Al voto andranno tutti quei pescaresi che, alla nuova data delle elezioni, avranno i requisiti: «La ripetizione del voto», dice la sentenza, «dovrà avvenire in base agli elettori effettivamente iscritti nelle liste elettorali delle predette sezioni al momento della ripetizione delle elezioni, considerando che il corpo elettorale è unitario e naturalmente modificabile nel corso del tempo».

SINDACO DEPOTENZIATO «E fino alla nuova proclamazione, a seguito del rinnovo parziale delle elezioni», recita la sentenza, «gli attuali organi elettivi comunali continuano a esercitare le loro funzioni, per quanto attiene all’ordinaria amministrazione». Masci è congelato: stop ai sogni delle grandi opere, almeno per adesso. Il sindaco deve limitarsi «agli atti urgenti e indifferibili, in adesione al principio di continuità dell’azione amministrativa»: vanno avanti i cantieri già progettati, come il primo lotto del parco centrale nell’area di risulta; tutti gli altri, che per ora si trovano nel girone delle idee, ci resteranno.