CITTA' DEL VATICANO

A San Pietro il presepe monumentale di Castelli / VIDEO E FOTOGALLERY

Il Papa inaugura la composizione di statue di ceramica a grandezza maggiore del naturale donata anche dalla diocesi di Teramo: "Mai come quest'anno le icone del Natale sono segno di speranza"

CITTÀ DEL VATICANO. «Mai come quest'anno», le «icone» del Natale rappresentate dal presepe e dall'albero allestiti in piazza San Pietro, «sono segno di speranza per i romani e per quei pellegrini che avranno la possibilità di venire ad ammirarli». Sono le parole con le quali il Papa non ha mancato di fare riferimento al Covid durante l'udienza di ieri delle delegazioni provenienti da Castelli in Abruzzo e da Kocevje, nella Slovenia sudorientale, per il dono del Presepio monumentale in ceramica e dell'albero di Natale. «Anche in questo Natale - ha detto Francesco -, in mezzo alle sofferenze della pandemia, Gesù, piccolo e inerme, è il segno che Dio dona al mondo. Segno mirabile, come inizia la Lettera sul presepe che ho firmato un anno fa a Greccio». «Ci farà bene rileggerla in questi giorni», ha aggiunto.

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Il presepe di Castelli in piazza San Pietro e la delegazione abruzzese dal Papa
L'inaugurazione ieri dopo l'udienza dal Papa

Presepe e albero sono poi stati inaugurati In una cerimonia più sobria e breve del solito. Il presepe monumentale in ceramica, è stato donato da Castelli e dalla diocesi di Atri-Teramo; il maestoso albero di Natale, un abete rosso o peccio (Picea abies), alto 30 metri e del peso di sette tonnellate, provenie dal comune di Kocevje, nella Slovenia sudorientale. Sono stati il cardinale Giuseppe Bertello e il vescovo Fernando Vérgez Alzaga, rispettivamente presidente e segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, a inaugurarli, alla presenza delle delegazioni ufficiali dei luoghi di origine.

In particolare, per il presepe monumentale - formato da statue di ceramica a grandezza maggiore del naturale - hanno partecipato, fra gli altri, il vescovo di Teramo-Atri, monsignor Lorenzo Leuzzi, il commissario straordinario per la ricostruzione post-sisma, Giovanni Legnini, il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e il presidente della Provincia di Teramo, Diego Di Bonaventura.

Il presepe e l'albero rimarranno esposti fino al 10 gennaio 2021, festa del Battesimo del Signore. Durante la cerimonia di inaugurazione, è stata anche illuminata la figura della Sacra Famiglia nella scultura "Angels Unawares", presente in piazza dal 29 settembre 2019, che raffigura una barca con un gruppo di migranti e rifugiati: a ricordare, ha spiegato la Sezione dicasteriale vaticana Migranti & Rifugiati, «che anche Gesù, con Maria e Giuseppe, è stato un migrante, in fuga per salvare la vita».

Intanto, sempre per le disposizioni anti-Covid, il Colonnato del Bernini ospita da domenica pomeriggio, quindi per la prima volta all'aperto, anche la mostra «100 Presepi in Vaticano». E nel presentare l'evento, il Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione, presieduto dall'arcivescovo Rino Fisichella, ha usato parole che sembrano rispondere indirettamente alle polemiche degli ultimi giorni sulla necessità di anticipare la messa della notte di Natale per rispettare il cosiddetto "coprifuoco" (anche Papa Francesco la anticiperà alle 19,30). «Non sappiamo a che ora nacque Gesù a Betlemme - ha puntualizzato il Dicastero -. L'unica indicazione che si possiede riguardo la sua nascita è fornita dall'evangelista Luca il quale afferma che nella regione si trovavano dei pastori che "pernottavano nei campi" e "di notte vegliavano sul gregge" (Lc 2,8). Il Vangelo racconta che era sera e c'era il buio». «In queste feste natalizie non avrebbe senso voltare lo sguardo dall'altra parte come se non esistesse il drammatico momento che il mondo intero sta vivendo - ha aggiunto significativamente dopo aver ricordato le sofferenze di malati e famiglie e anche gli strenui sforzi di medici e operatori sanitari -. La fede impone di guardare la realtà e dare significato a quanto accade nella storia personale e dell'umanità. Vivere il Natale come una parentesi non darebbe ragione del significato che esso riveste per la fede».