Disabile sopravvissuta al Covid «Per noi è più dura degli altri»

La presidente dell’Aniep Roberta Di Luca sconfigge il virus dopo 41 giorni trascorsi al Mazzini: «Il recupero è difficile e ho paura di tornare all’esterno, c’è troppa gente che non rispetta le regole»
ALBA ADRIATICA. Ha lottato per quarantuno giorni in ospedale prima di riuscire a sconfiggere il Covid e da fine maggio è tornata nella sua casa di Alba Adriatica: ora Roberta Di Luca, tetraplegica a seguito di un grave incidente stradale che l’ha coinvolta nel 2009, è tornata a battersi nel suo ruolo di presidente dell’unica sezione abruzzese dell’associazione per la promozione e la difesa dei diritti delle persone disabili Aniep. «Il Covid è un mostro che ti stravolge dentro e che ancora riesco a percepire, dopo dieci giorni che sono uscita dall’ospedale», spiega Di Luca, continuando: «È necessario sensibilizzare le persone, affinché tutti capiscano che questo virus non è uno scherzo, che rispettare le norme su assembramenti e mascherine è fondamentale. Lo è per ognuno di noi, per la comunità intera, ma anche per chi, come me, è disabile e ha diritto come gli altri di poter godere degli spazi pubblici in sicurezza. Oggi molti di noi rinunciano a uscire all’esterno, perché hanno paura». Spiega ancora la presidente dell’Aniep albense: «Per chi ha una disabilità, infatti, il Covid può produrre più complicazioni e difficoltà: dall’interruzione di alcune terapie dovute all’isolamento, agli effetti diretti del virus durante la malattia e nel recupero dopo la negatività. Inoltre c’è chi non può vaccinarsi e deve essere tutelato».
Di Luca parla poi della sua esperienza diretta nel reparto di Pneumologia Covid del Mazzini di Teramo: «Nei primi giorni in ospedale non riuscivo nemmeno a bere e mangiare per le mie condizioni e per la mascherina per l’ossigeno. È stato un inferno, ma in reparto ci sono persone speciali, dal primario Stefano Marinari, agli altri medici, gli infermieri, gli operatori socio-sanitari e tutto il personale. Sono gentili nonostante il loro sia un grande sacrificio: chiusi per ore dentro quelle tute, con diverse paia di guanti una sopra l’altra, offrono comunque a tutti un sorriso. Alla comunità dico di supportarli».
Una volta a casa, nonostante faccia ancora fatica a causa del virus, Di Luca è tornata al lavoro per la sua associazione: «Il Covid ha tagliato i nostri spazi necessari. Questo si è aggiunto a una situazione di disagio e di difficoltà che già vive un disabile con la sua famiglia. Per questo stiamo avviando diversi progetti, tra cui quello di fornire personale volontario per l’assistenza ai disabili in casa e per farli uscire quando i familiari non posso farlo. In progetto anche un supporto psicologico per le famiglie.
La presidente dell’Aniep vvuole poi tornare a promuovere il libro che parla della sua storia, che serve anche e soprattutto a finanziare i progetti dell’associazione. Si chiama “Due secondi” ed è stato scritto da Osvaldo Di Domenico ed edito da Artemia. «Anche se la vita cambia per chi ha avuto un incidente come il mio, si può andare avanti vedendo quanto accaduto come una nuova nascita, basta volerlo: questo è il messaggio che il libro vuole mandare con il suo viaggio emozionale».
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