La sorella di Parolisi racconta ai pm i tradimenti a Melania

L'omicido di Melania, Lucia Parolisi e il marito ascoltati per quattro ore in procura, raccontano ai pm quando Melania scoprì l'amante del caporale. I pm insistono sul movente passionale
TERAMO. Quattro ore davanti ai magistrati per raccontare la vita del fratello Salvatore e della cognata Melania. Lucia Parolisi entra alle 11 ed esce alle 15 dagli uffici della procura. Anche l'altra sorella del caporal maggiore, l'uomo in carcere con l'accusa di aver ucciso la moglie, sfila come persona informata sui fatti. Con lei il marito. Raccontano, in particolare, di quella volta che Salvatore e Melania trascorsero qualche giorno di vacanza con loro.
E' un episodio che risale ad un anno prima del delitto, ma per i magistrati Greta Aloisi e Davide Rosati assume una valenza particolare per definire realmente i rapporti tra i due coniugi. Salvatore e Melania trascorsero la Pasqua del 2010 a Verona, a casa della sorella Lucia che è un agente di polizia penitenziaria. In quell'occasione Melania parlò per la seconda volta con l'amante soldatessa di Salvatore. Successe quando il caporal maggiore uscì di casa con una scusa per telefonare alla ragazza: Melania si accorse di qualcosa e lo seguì. Gli strappò il telefono di mano e riconobbe chi c'era dall'altra parte. Un particolare, quest'ultimo, emerso anche nelle due audizioni della donna.
Che cosa notarono in quell'occasione Lucia Parolisi e suo marito? Cosa disse Melania quando rientrò a casa? Buona parte dell'audizione si è sviluppata proprio su questo aspetto. Per la procura teramana, così come per quella ascolana, resta il movente di natura passionale: il caporal maggiore avrebbe ucciso perchè stretto tra le richieste dell'amante - a cui aveva fatto credere che si stava separando - e quelle della moglie che aveva scoperto la relazione. Premono sull'acceleratore, dunque, le indagini dei due pm intenzionati a firmare l'avviso di conclusione delle indagini entro l'anno.
Nei giorni scorsi ai carabinieri del Ros è stata affidata la verifica del disco fisso di uno dei computer della caserma Clementi di Ascoli Piceno dove Parolisi era in servizio fino ad aprile e al quale aveva accesso. Magistrati e inquirenti cercano traccia di messaggi cancellati e gli esperti dei Ros sono gli stessi che con una rogatoria internazionale sono riusciti ad accedere alla memoria di Facebook per recuperare i messaggi tra Salvatore e l'amante. Tra qualche giorno, intanto, dovrebbe rientrare la perizia assegnata per localizzare il telefonino della donna al momento dell'omicidio.
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