Province, Mastromauro contro Brucchi

Il sindaco di Teramo conferma: non svendo la mia città. Il collega di Giulianova: io invece preferisco andare con Pescara
TERAMO. «Una fantaproposta». Il sindaco di Giulianova Francesco Mastromauro definisce così il piano del suo collega teramano Maurizio Brucchi per salvare la provincia. Nell'incontro convocato per oggi alle 10 nella sala polifunzionale di via Comi, al quale parteciperanno primi cittadini, parlamentari, il presidente dell'amministrazione provinciale Valter Catarra e il governatore Gianni Chiodi, si scontreranno due soluzioni per scongiurare l'accorpamento di Teramo all'Aquila. Su una cosa sola Mastromauro e Brucchi sono d'accordo: la riforma, così come concepita dal provvedimento varato dal governo, è inaccettabile. Su come contrastare l'inglobamento di Teramo all'Aquila, però, le strade si dividono. Brucchi, nell'incontro di oggi, proporrà la creazione di tre province e una città metropolitana. Chieti e l'Aquila, non toccate dalla riforma, dovrebbero rimanere al loro posto. Per Teramo, a detta del sindaco teramano, sarebbe possibile conservare il capoluogo grazie allo spostamento dei confini interni con l' acquisizione di alcuni comuni pescaresi (come Penne). Il quadro sarebbe completato da un'ultima mossa. Pescara annetterebbe alcune aree della provincia di Chieti e diventerebbe così città metropolitana. Secondo Mastromauro questa ipotesi contiene troppe incognite. Nella riunione di oggi sosterrà un'altra proposta che punta sulla formazione di tre province. Ferme restando le autonomie di l'Aquila e Chieti, il primo cittadino giuliese ritiene più percorribile l'ipotesi di un accordo tra Teramo e Pescara. «Bisogna avviare un dialogo positivo», afferma Mastromauro, «per dare vita a una macro provincia». Il sindaco di Giulianova, a differenza di quanto sostenuto da Brucchi, ritiene che questa proposta non comporti la svendita del territorio teramano a Pescara. «L'intesa va trovata su ruoli paritari», spiega Mastromauro, «che ci consentano di salvare prefettura, questura, agenzia delle entrate e altri enti importanti». Il sindaco giuliese guarda alla tutela dei servizi. «Facciamo gli amministratori adulti», insiste, «il problema è come difendere gli interessi dei cittadini», Mastromauro si stupisce delle frecciate lanciategli da Brucchi. «Non capisco perché mi tira sempre in ballo», osserva, «chi vuole svendere il territorio teramano? Non io, forse altri, forse i parlamentari». Secondo lui la proposta del sindaco di Teramo è molto tortuosa. «C'è il consenso di Penne e degli altri comuni vestini ad essere annessi alla nostra provincia?», chiede, «o s'intende agire d'imperio?». Il primo cittadino giuliese è pronto a verificare sul campo la praticabilità dell'ipotesi avanzata da Brucchi che però considera come gli appelli lanciati da Ascoli per l'annessione della Val Vibrata. «Se non ci confrontiamo su una soluzione attuabile», conclude, «verrà applicato il piano peggiore, quello del governo».
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