Roseto, nuovo sciopero alla Rolli ma ora i sindacati si spaccano
È stato deciso dai lavoratori col sostegno della Cisl. Contrarie Cgil e Uil. Poi referendum tra i dipendenti: resta lo stato di agitazione, ma si torna al lavoro
ROSETO. Stop allo sciopero, ma non allo stato di agitazione e ripresa delle trattative il 9 luglio. È quanto deciso direttamente dai lavoratori della Rolli, i quali hanno espresso il proprio voto, a scrutinio segreto, attraverso un referendum che si è tenuto ieri pomeriggio nel piazzale antistante la fabbrica. Una novità assoluta, dunque, che mette in risalto la centralità dei lavoratori nella vertenza che riguarda la più importante industria rosetana. Ed erano stati gli stessi dipendenti a proclamare lo sciopero di ieri, al termine dell’incontro, che si è tenuto nella sede della Confindustria di Teramo, tra i rappresentanti dei lavoratori e quelli dell’azienda alimentare. Durante le trattative le parti non sono riuscite a trovare un punto d’intesa, nonostante le premesse sembravano ci fossero tutte. L’azienda e Confindustria denunciano, in un comunicato congiunto, il comportamento «assolutamente strumentale e contrario a qualsiasi corretta modalità di trattativa sindacale della Rsu e della Fai Cisl (l’unico sindacato che si è schierato decisamente per lo sciopero, ndr) e richiedono l’intervento delle istituzioni pubbliche per poter condurre e portare a termine una trattativa attualmente non gestibile, riservandosi ogni valutazione in merito». Parole che i rappresentanti dei lavoratori rispediscono al mittente, in quanto addebitano la reazione della base all’atteggiamento tenuto dai dirigenti locali della Rolli. “Al tavolo delle trattative ci erano state garantite alcune cose» dice Fabrizio Luciani, uno dei rappresentanti degli operai e lui stesso stagionale da 30 anni, «ma poi, dopo l’intervento da Parma (dove c’è la sede amministrativa della Rolli, ndr), abbiamo assisto, con nostra grande sorpresa, a una netta retromarcia. Ed è stato questo a scatenare la giusta rabbia dei miei colleghi».
Cgil e Uil prendono le distanze dal Cisl, sindacato che, sostengono Corrado Peracchia e Delfino Coccia, rappresentanti dei sindacati di categoria Flai-Cgile Uila-Uil, «proclama lo sciopero dopo aver condiviso nell’incontro tra le parti alla Confindustria un percorso di confronto nel quale l’azienda si è resa disponibile a venire incontro alle richieste sindacali». «In ogni caso», aggiungono, «nel rispetto delle posizioni assunte da una parte del sindacato e dei lavoratori, riteniamo doveroso invitare ad una seria riflessione sulla necessità di gestire una problematica di tale portata con il massimo senso di responsabilità, evitando pericolose rotture tra i lavoratori che potrebbero trovarsi in contrasto tra loro sulla base di divergenti posizioni sindacali, assunte sull’onda emotiva, senza adeguate valutazioni sui risvolti che possono essere devastanti».
Federico Centola
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